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Il Cern punta a un super acceleratore da 15 miliardi

Con un anello lungo 91 km, potrebbe entrare in funzione nel 2045

Il Future Circular Collider utilizzerebbe un tunnel di 91 chilometri per far scontrare elettroni e positroni (rappresentazione artistica). Credito: PIXELRISE

Redazione Ansa

Il Cern di Ginevra potrebbe iniziare nel 2033 i lavori per la realizzazione del suo nuovo super acceleratore di particelle Future Circular Collider (Fcc), in grado di operare a energie sette volte più alte dell'attuale Lhc per aprire le porte alla nuova fisica. Il progetto, da circa 15 miliardi di euro, prevede la costruzione tra Francia e Svizzera di un tunnel circolare lungo 91 chilometri posto a 200 metri di profondità, dove le particelle potrebbero iniziare a scontrarsi già intorno al 2045 con l'obiettivo di generare e studiare in dettaglio circa un milione di bosoni di Higgs. E' quanto emerge dal rapporto stilato a metà dello studio di fattibilità, ripreso dal sito di Nature.

    La prima fase di valutazione del progetto non ha evidenziato particolari ostacoli di natura tecnica o scientifica che impediscano la costruzione di Fcc, come ha sottolineato Eliezer Rabinovici, presidente del Consiglio del Cern. Il documento finale dello studio di fattibilità sarà pubblicato l’anno prossimo, per arrivare entro il 2028 alla decisione finale sull'eventuale costruzione dell'acceleratore. 

   Nella comunità scientifica, però, non mancano le voci critiche. Nature riporta ad esempio quella di Donatella Lucchesi, fisica delle particelle presso l’Università di Padova, che sta lavorando a una tecnologia alternativa, quella dei collisori che fanno scontrare i muoni invece che protoni ed elettroni. La Bbc dà invece spazio al fisico Aidan Robson dell'Università di Glasgow, che preferirebbe un acceleratore lineare, meno costoso, e all'ex consigliere scientifico del governo britannico David King, che ritiene sconsiderata la spesa per Fcc mentre il pianeta si trova ad affrontare la crisi climatica.

   I costi per il nuovo super acceleratore dovrebbero essere in gran parte coperti dal budget del Cern, ma il progetto richiederà comunque il contributo finanziario dei paesi europei che sono membri a pieno titolo del Cern e di altri che sono membri associati, come gli Stati Uniti e il Giappone.

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