Rubriche

Anche in italiano le regole per insegnare matematica ai non vedenti

Per leggere simboli e formule a voce senza confondere gli studenti

Redazione Ansa

È finalmente disponibile in lingua italiana eu/wp-content/uploads/2024/10/manuale_mathspeak_ita.pdf">MathSpeak, il primo protocollo per insegnare matematica in modo chiaro anche ai non vedenti: si tratta di un semplice insieme di regole che gli insegnanti possono adottare per leggere simboli e formule a voce senza incorrere in modi di dire che possono confondere gli studenti. MathSpeak, progettato dal matematico americano non vedente Abraham Nemeth negli anni 70, è infatti rimasto quasi completamente sconosciuto al di fuori delle nazioni di lingua inglese: la sua traduzione alla lingua italiana si deve ora al matematico ipovedente Michele Mele, icercatore dell'Università del Sannio a Benevento e Education Officer della campagna “Science in Braille” promossa dall’organizzazione delle Nazioni Unite e dal Royal Academy of Science International Trust di Londra. La speranza di Mele, si legge sul sito MaddMaths!, è che il protocollo venga inserito nei corsi di formazione per i docenti, di modo da migliorare la qualità dell’insegnamento anche nelle scuole italiane.

L’Italia è la seconda nazione europea per tasso di disoccupazione dei non vedenti: circa il 75% delle persone con gravi patologie della vista non ha infatti accesso al mondo del lavoro. La scuola riveste un ruolo di primo piano nell’abbattimento delle barriere che ancora rallentano i necessari processi d’inclusione, ma c’è un avversario subdolo e spesso sottovalutato che si nasconde nella presentazione orale delle formule matematiche, e che contribuisce a scoraggiare gli studenti con patologie della vista: questi ultimi, infatti, sono quasi sempre costretti a dipendere da come il docente descrive simboli e formule.

Diversi studi hanno dimostrato la grande efficacia del sistema MathSpeak ideato da Nemeth: solo poche ore di formazione permettono ai docenti di padroneggiarlo, ma i risultati così incoraggianti sono finora rimasti ristretti esclusivamente ai paesi in cui si parla inglese. Ecco perché Michele Mele ha voluto impegnarsi nella traduzione di queste regole in italiano, aggiungendo anche alcune integrazioni per adeguare il protocollo alle attuali necessità: l’obiettivo è evitare che gli studenti non vedenti si allontanino dalla matematica e la considerino al di fuori della propria portata.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it