Vent'anni fa l'intelligenza artificiale celebrava la sua prima vittoria sull'uomo: l'11 maggio 1997, nel cuore di Manhattan, il super computer Deep Blue dell'Ibm batteva in sole 19 mosse il più grande scacchista del mondo, Garry Kasparov, chiudendo in maniera sorprendente l'ultima di sei partite in un torneo combattutissimo, giocato proprio per offrire alla macchina la possibilità di prendersi la rivincita dopo la sconfitta inflitta per un soffio da Kasparov appena un anno prima.
Per non ripetere gli stessi errori al tavolo di gioco, i programmatori dell'Ibm avevano potenziato il cervellone di Deep Blue rendendolo capace di analizzare ben 200 milioni di mosse al secondo.
Nel 2016 un'altra vittoria sull'uomo l'ha ottenuta il programma AlphaGo, sviluppato da Google DeepMind, che nella dama cinese Go ha sconfitto il campione europeo per 5 a 0. Il 2017 si è invece aperto con i sistemi Libratus (della Carnegie Mellon University) e DeepStack (sviluppato tra Canada e Repubblica Ceca) che hanno sbancato al Texas Hold'em, la variante più complessa del poker che prevede migliaia di possibili decisioni. Questo risultato ha conquistato anche la copertina dell'ultimo numero della rivista Science.
Vent'anni fa il computer batteva l'uomo a scacchi
Il campione mondiale Kasparov battuto da Deep Blue