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Ottenuta la superficie più idrorepellente al mondo

Utile per dispositivi antiappannanti, sbrinanti e autopulenti

Rappresentazione artistica dell’interazione tra le gocce d’acqua e la superficie idrorepellente (fonte: Ekaterina Osmekhina/Aalto University)

Redazione Ansa

Ottenuta la superficie più idrorepellente al mondo: rivestita da uno strato esterno simile a un liquido, fa scivolare via ogni gocciolina sfidando le attuali teorie sull'attrito tra acqua e superfici solide. Il risultato, nature.com/articles/s41557-023-01346-3">pubblicato sulla rivista Nature Chemistry dai ricercatori della Aalto University in Finlandia, potrebbe portare alla produzione di superfici antiappannanti, sbrinanti e autopulenti, con moltissime applicazioni che vanno dall’idraulica all’ottica, dall’industria automobilistica a quella marittima.

Il gruppo di ricerca guidato da Robin Ras ha messo a punto delle superfici solide in silicio ricoperte da uno strato di molecole simile a un liquido (chiamato 'monostrato autoassemblato') che risulta altamente mobile pur rimanendo legato al substrato, in modo da agire come un lubrificante tra le gocce d'acqua e la superficie stessa. I test di laboratorio hanno dimostrato che offre una maggiore scivolosità non solo quando la copertura è alta, ma perfino quando è bassa, un risultato considerato inatteso.

Questa è "la prima volta che qualcuno è andato direttamente a livello nanometrico a creare superfici eterogenee dal punto di vista molecolare”, afferma il primo autore dello studio, Sakari Lepikko. Tanti i potenziali usi di questa nuova tecnologia, "come il trasferimento di calore nei tubi, lo sghiacciamento e l’anti-appannamento sono potenziali usi", precisa il ricercatore. "Sarà utile anche per la microfluidica, dove minuscole goccioline devono essere spostate senza intoppi, e per la creazione di superfici autopulenti. Il nostro meccanismo controintuitivo è un nuovo modo per aumentare la mobilità delle goccioline ovunque sia necessario”.

Lo strato di rivestimento presenta però un problema: "è molto sottile e quindi si disperde facilmente dopo il contatto fisico - spiega Lepikko - ma studiarlo ci fornisce conoscenze scientifiche fondamentali che possiamo utilizzare per creare applicazioni pratiche durevoli.’

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