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Test sull’uomo con il materiale delle meraviglie, è sicuro

Il grafene non ha dato effetti avversi quando inalato per 2 ore

Il grafene è considerato il ‘materiale delle meraviglie’ per il suo potenziale rivoluzionario (fonte: pixabay)

Redazione Ansa

Per la prima volta sono stati sperimentati sull’uomo gli effetti del grafene, considerato il ‘materiale delle meraviglie’ per il suo potenziale rivoluzionario in applicazioni che vanno dall’elettronica all’abbigliamento, da dispositivi e sensori impiantabili a ‘veicolo’ per terapie mirate contro cancro e altre malattie: nel Regno Unito, 14 volontari hanno inalato una particolare forma di grafene, senza mostrare alcun effetto negativo a breve termine sulla salute. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Nanotechnology e guidato dalle Università britanniche di Edimburgo e di Manchester, indica perciò che questo nanomateriale potrà essere ulteriormente sviluppato anche in campo medico.

I ricercatori guidati da Mark Miller dell’Università di Edimburgo e Kostas Kostarelos di quella di Manchester hanno utilizzato per la sperimentazione ossido di grafene ultrapuro, una forma del materiale che è compatibile con l’acqua. I volontari hanno respirato il grafene per due ore attraverso delle maschere poste sul viso, mentre erano impegnati a pedalare in una camera appositamente progettata. Gli autori dello studio hanno monitorato gli effetti sulla funzionalità polmonare, sulla pressione sanguigna, sulla coagulazione e sulla risposta infiammatoria, ripetendo poi il test alcune settimane più tardi.

I risultati non mostrano effetti avversi sulla salute dei partecipanti. È stata notata soltanto una lievissima influenza sul modo in cui il sangue si coagula, ma i ricercatori sottolineano che si tratta di un effetto molto piccolo. Saranno però necessarie ulteriori ricerche per capire gli effetti di dosi più elevate o di altre forme del nanomateriale, come anche di esposizioni prolungate. “Essere in grado di esplorare la sicurezza di questo materiale unico grazie a volontari umani è un enorme passo avanti nella nostra comprensione di come il grafene potrebbe influenzare il corpo”, dice Miller: “Solo così potremo sfruttare al meglio la nanotecnologia in tutta sicurezza”.

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