E’ stata certificata in modo rigoroso la superiorità dei futuri computer quantistici rispetto ai computer classici: lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature, coordinata da Alexis Morvan di Google Research e del Centro di ricerca Ames della Nasa. E' un lavoro teorico che per la prima volta dimostra che esiste un punto di rottura, una soglia oltre la quale i computer quantistici sono incredibilmente più potenti, soprattutto in specifici compiti come la simulazione delle molecole.
“E’ un ottimo lavoro, di grande qualità scientifica, che estende di fatto il terreno della quantum supremacy, ossia i tipi di azioni nelle quali i computer quantistici hanno migliori prestazioni rispetto a quelli tradizionali, anche i più potenti”, ha commentato all’ANSA Tommaso Calarco, esperto di sistemi quantistici dell'Università di Colonia e dell'Università di Bologna.
Nel 2019 Google aveva ottenuto un risultato storico con la prima dimostrazione della cosiddetta quantum supremacy, la supremazia quantistica che consiste nella capacità di eseguire in pochi istanti una serie di operazioni che avrebbero invece richiesto migliaia di anni al più potente computer del pianeta. Quella dimostrazione segnò una svolta per il settore e ora arriva la dimostrazione che quel successo non era affatto un caso isolato.
“Lo studio dimostra che arrivati a un certo livello c’è una sorta di rottura”, ha aggiunto Calarco. E' qualcosa di simile a quanto avviene “nella transizione dell’acqua dallo stato liquido al ghiaccio, dove per lungo tempo sembra non avvenire nulla poi all’improvviso da un momento specifico si formano i primi cristalli e poi in pochi istanti tutto si gela”, ha osservato Calarco. Così avviene anche nei computer quantistici: superata una soglia diventano incredibilmente più efficienti dei computer tradizionali.
Quella che finora era stata un’ipotesi, è stata perciò dimostrata. Per Calarco è “Interessante, inoltre, come questo vantaggio dei computer quantistici sia particolarmente evidente e alla portata in alcuni settori, come la simulazione quantistica di sistemi come le molecole o per studiare le proprietà dei materiali. Settore in cui l’Europa, e l’Italia, sono molto attive, più degli Stati Uniti. Più difficile ma comunque raggiungibile - ha concluso - sarà il raggiungimento di tali livelli per altre tipologie di applicazioni, ad esempio per la scomposizione dei numeri primi”.
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