L'enorme potenziale che l'intelligenza artificiale potrebbe esprimere nell'ambito della salute globale "è frenato dall'assenza di un quadro legislativo ed etico chiaro". Lo afferma Luciano Floridi, docente a Yale tra i massimi esperti di impatto etico delle nuove tecnologie, in occasione della presentazione del simposio internazionale 'Global Health in the Age of AI.
Il simposio, di cui Floridi è curatore scientifico, "vuole essere anticipatorio e costruttivo: da un lato discuteremo dei molti problemi che già si intravedono all'orizzonte, come l'impatto dell'IA sulla medicina personalizzata, la necessità di salvaguardare la capacità decisionale del medico e il rischio che il paziente venga visto solo come un profilo digitale e non più come una persona. Dall'altro lato - aggiunge l'esperto - vogliamo arrivare a un documento di sintesi finale, un consensus paper che dia un quadro della situazione attuale fornendo anche delle raccomandazioni per i policy maker".
Tra gli obiettivi c'è quello di contribuire a colmare "l'enorme deficit etico e legislativo" che attualmente non permette all'IA di esprimere pienamente il suo potenziale, con un forte impatto sull'economia (visti gli ingenti investimenti pubblici e privati) e sulla salute dei cittadini. Puntare su trasparenza e responsabilizzazione è cruciale per aumentare la fiducia dell'opinione pubblica verso questa nuova tecnologia. "Su questo ci giochiamo una partita fondamentale, così come è già accaduto per gli Ogm e l'energia nucleare", conclude Floridi.
Floridi, la mancanza di norme frena l'IA al servizio della salute
Il tema al centro di un simposio a Venezia con oltre 40 esperti