L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) è stato istituito nel 1999, riunendo e coordinando le competenze scientifiche di più istituti:l’ex-Istituto Nazionale di Geofisica, l’Osservatorio Vesuviano e tre istituti che facevano parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto Internazionale di Vulcanologia di Catania, Istituto di Geochimica dei Fluidi di Palermo e Istituto di Ricerca sul Rischio Sismico di Milano).
Punto di riferimento della ricerca italiana in sismologia, vulcanologia, geochimica, climatologia e oceanografia, l’INGV può contare su 483 tra ricercatori e tecnologi, di ruolo e assunti con contratto a termine, che fanno oggi dell’Istituto il maggiore raggruppamento di ricerca geofisica a livello europeo.
Le potenzialità di ricerca sono notevolmente accresciute dalla presenza di 119 giovani dottorandi, assegnisti e borsisti, nonché dalla collaborazione di 46 docenti e ricercatori universitari configurati come incaricati di ricerca dalle sezioni dell’INGV
L’Istituto è organizzato in nove sezioni, tre delle quali si trovano a Roma, compreso il Centro Nazionale Terremoti. Le altre sono l’Osservatorio Vesuviano (Napoli) e le sezioni di Catania, Palermo, Milano-Pavia, Bologna e Pisa.
La storia
Intorno alla metà degli anni ‘30 del secolo scorso Guglielmo Marconi, allora presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), propose la creazione di un istituto che promuovesse ed eseguisse, coordinandoli, studi e ricerche sui fenomeni fisici della Terra e sulle loro applicazioni pratiche. La comunità scientifica dell’epoca e lo stesso governo ritenevano infatti che l’approfondimento di una giovane disciplina come la geofisica avrebbe potuto avere importanti ricadute in numerosi settori determinanti per lo sviluppo nazionale. La disposizione presidenziale firmata dallo stesso Marconi il 13 novembre 1936 dava vita all’Istituto Nazionale di Geofisica (ING) dotandolo di quattro geofisici e quattro tecnici e di un ambizioso programma scientifico. Tra le attività scientifiche previste primeggiava la sismologia, ma si intendeva approfondire anche altri settori della fisica terrestre come la fisica ionosferica, l’elettricità atmosferica e terrestre, le radiazioni naturali e l’ottica atmosferica, il geomagnetismo. Incaricato con disposizione di legge di assolvere il servizio geofisico nazionale, l’Istituto allestì la prima rete geofisica nazionale.
I compiti
Per oltre mezzo secolo, dalla sua fondazione al 1999, l’Istituto Nazionale di Geofisica si è impegnato per ottemperare agli incarichi istituzionali stabiliti per statuto a seguito dell’acquisizione dell’autonomia giuridica (d.l.l. 1.3.1945 n. 82), dotandosi delle risorse umane e tecnologiche necessarie a farne un riferimento nella comunità scientifica e in quella civile per lo studio delle calamità naturali e la prevenzione dei loro effetti. L’Istituto ha fornito originali contributi dati alla sismologia teorica, che hanno ricevuto riconoscimenti internazionali. E’ stato un percorso virtuoso, anche se con risorse umane e finanziarie sempre esigue, culminato con la costituzione della Rete Sismica Nazionale Centralizzata, nata dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 per garantire un servizio di sorveglianza sismica su tutto il territorio italiano.
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