Mani robotiche intelligenti che possono svitare dei tappi, come 'SoftHand Pro', creata dal centro Piaggio dell'Universita' di Pisa e dall'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), o 'Hannes', messa a punto dall'Iit e dal Centro protesi Inail di Budrio. Oppure esoscheletri collaborativi per uso industriale.
Grazie ai progressi della robotica, infatti, l'uomo ha adesso a disposizione protesi di nuova concezione che, ispirandosi alle mani umane, possono restituire oltre il 90% delle funzionalita' alle persone che hanno subito l'amputazione di un arto superiore. Oppure puo' usare esoscheletri indossabili, per compiere lavori pesanti e ripetitivi, come sollevare grossi carichi, riducendo i rischi di infortuni sul lavoro.
Per Antonio Bicchi, presidente del neonato Istituto di Robotica e Macchine Intelligenti (I-Rim), presentato proprio alla Maker Faire, "il futuro e' proprio la robotica per le persone, una robotica collaborativa. Come SoftHand, robusta ma flessibile, che si muove con un'intelligenza che e' nella mano stessa, senza programmazione. Riuscendo cosi' - ha concluso l'esperto - a compiere movimenti raffinati, soft appunto, come aprire una bottiglia o usare una siringa".
Alla Maker Faire in scena l'uomo bionico
Con mani robotiche ed esoscheletri per sollevare pesi