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Da Rodari al biliardo, ecco i classici rivisti dai maker

Anche i videogiochi diventano mezzo per formare competenze

Redazione Ansa

Dalla reinterpretazione dei più classici dei giochi, come il biliardo, fino al dare nuova vita digitale alle celebri Favole al telefono di Gianni Rodari: la creatività dei maker non conosce limiti e le tecnologie più innovative, da Arduino all’Intelligenza Artificiale, si trasformano in strumenti degli attrezzi dei creativi digitali che si incontrano ogni anno alla Maker Faire Rome.

   “In realtà non è un prodotto e non penso certo di farne un’impresa ma semplicemente ho amato e amo queste favole di Rodari e volevo trovare un modo per continuare a farle vivere”, ha detto Gianluca Rotoni che nel suo stand presenta Favole al Telefono. Il grande classico di Rodari che vive ora davvero in un telefono, il caro vecchio dispositivo con rotella dei numeri e cornetta, dove ogni ‘telefonata’ apre l’ascolto di una delle favole del libro pensato proprio a cullare i bambini via telefono.

   “La speranza è che magari ispiri librerie o scuole per dare un nuovo modo di godere di questo grande classico”, ha aggiunto Rotoni. Praticamente nulla sfugge alla creatività dei maker capaci di reinventare anche tanti altri classici come il backgammon oppure il biliardo che nell’idea del gruppo di innovatori milanesi di ToOverPower diventa compatto e tecnologico. Un gioco in cui la biglia deve essere imbucata, nella buca che di volta in volta si illumina, controllando l’inclinazione del tavolo con due manopole. Il gaming è sempre più una delle grande frontiere dell’educazione e veicolo di formazione: “videogiochi come Minecraft, Roblox, Fortnite e gli e-sports per valorizzare le competenze del XXI secolo - capacità di risolvere problemi complessi, pensiero critico, creatività, collaborazione con gli altri. Con questi videogiochi sviluppa soluzioni per brand, musei, attrattori culturali ed enti educativi, veicolando i loro contenuti verso bambini, famiglie e scuole attraverso elementi di gamification”, ha detto Marco Vigelini, di Maker Camp.

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