Trasformare gabbiani e piccioni in alleati per monitorare l’inquinamento e la qualità dell’aria: è l’obiettivo di Aria, acronimo di Animal boRne System for enviromentAI monitoring), nato dalla collaborazione dell’Università di Rome Tre, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università del Foro Italico e varie altre realtà e che è stata presenta alla Maker Faire Rome, dove è stato rilasciato anche un piccolo gruppo di piccioni.
“I piccioni hanno questa grande capacità di sapere tornare nella loro ‘casa’ da ovunque essi si trovino, una capacità che può essere usata comodamente per fargli monitorare un’area e poi riprendere gli strumenti che portano con sé”, ha detto Daniele Bibbo, di Roma Tre. Si tratta di piccoli kit, pesanti poche decine di grammi che aderiscono alle piume e hanno al loro interno sensori per la CO2 e ossidi di azoto e un’antenna Gps, che una volta rientrati alla base vengono ripresi dai ricercatori (senza alcun danno o dolore all’animale).
Strumenti che forniscono preziose informazioni sull’aria ma anche sul comportamento degli animali, che vengono integrati anche con le centraline a terra. Un ‘lancio’ di piccioni è stato fatto anche in occasione della Maker Faire, un gruppo di pochi individui che una volta rilasciati è tornata nella loro casa, nei pressi di Guidonia, dopo un breve volo di circa mezzora durante il quale hanno raccolto dati. Un uso analogo viene fatto anche con i gabbiani, ma in questo caso con sensori che vengono mantenuti per periodi più lungi, settimane o mesi, e che analizzano l’evoluzione dei parametri nel tempo una zona più ristretta, quella vicino al nido dell’uccello.
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