Scoperti gli interruttori genetici che permettono alle lucciole di brillare nell'oscurità: sono dei fattori di trascrizione che regolano l'espressione di geni cruciali per il corretto sviluppo dell'organo luminoso (la cosiddetta 'lanterna') e la sua capacità di emettere luce. Lo dimostra uno studio cinese guidato dalla Huazhong Agricultural University di Wuhan e pubblicato sulla rivista Nature Communications.
Nelle lucciole la bioluminescenza svolge diverse funzioni molto importanti per la sopravvivenza: durante la fase giovanile, la luce emessa dalla lanterna aiuta a respingere i predatori, mentre negli adulti la modalità e il ritmo del lampeggio svolgono un ruolo chiave nel corteggiamento. Ogni specie di lucciola ha infatti una modalità di lampeggio unica, che funge da segnale per individuare un partner adatto.
Per capire come si sviluppa l'organo luminescente delle lucciole e come ne viene regolato il funzionamento, i ricercatori cinesi hanno provato a decodificare il genoma di una particolare specie di lucciola acquatica, denominata Aquatica leii. Lo studio ha portato a identificare due fattori di trascrizione, denominati AlABD-B e AlUNC-4, che appartengono alla famiglia dei geni omeobox cruciali per lo sviluppo dell'insetto. Questi interruttori genetici servono innanzitutto a far sviluppare la lanterna in una precisione regione dell'addome e poi ad accendere l'espressione di geni cruciali per la produzione di luce, come quelli che codificano l'enzima luciferasi e le proteine perossine.
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