RAGAZZI

Stelle fuggiasche nella Via Lattea

Arrivano da piccole galassie vicine e sono iperveloci

Rappresentazione artistica di una stella iperveloce (fonte: Amanda Smith)

Redazione Ansa

Le stelle più veloci della Via Lattea sono delle intruse, in fuga da galassie molto più piccole in orbita intorno alla nostra: ricercatori dell'Università di Cambridge hanno usato dati provenienti dai telescopi e simulazioni al computer per dimostrare che le 20 stelle iperveloci osservate finora provengono dalla Grande Nube di Magellano, una galassia nana satellite della Via Lattea. Lo studio, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, viene presentato il 5 luglio nella Conferenza Nazionale dell'Astronomia all'Università di Hull, Regno Unito.

Le stelle iperveloci nascono nei sistemi binari, cioè coppie di stelle che ruotano l'una intorno all'altra: quando una delle due esplode, l'altra viene sparata via a una velocità tale da riuscire a sfuggire alla gravità della galassia che la ospita e ad entrare nella Via Lattea. La Grande Nube di Magellano è la più grande e la più veloce delle dozzine di galassie in orbita intorno alla nostra, rispetto alla quale ha solo il 10% circa della massa e quindi una gravità facile da sfuggire. Viaggia ad una velocità di 400 chilometri al secondo, trasformando le stelle

fuggiasche in proiettili sparati da un treno in corsa: abbastanza da renderle iperveloci. I ricercatori, guidati da Douglas Boubert, hanno simulato nascita e morte delle stelle della Nube di Magellano degli ultimi due miliardi di anni, seguendo il loro percorso una volta espulse. Per le simulazioni hanno utilizzato i dati provenienti dallo Sloan Digital Sky Survey, un'indagine che finora ha prodotto una mappa di un quarto del cielo fino alla distanza di 1,5 miliardi di anni luce dalla Terra. "Prevediamo che ci siano almeno 10.000 stelle fuggiasche sparse nel cielo", ha affermato Boubert. Le simulazioni hanno anche mostrato che queste stelle moriranno "in volo", collassando in stelle di neutroni (piccole e molto compatte) o in buchi neri, che continueranno il loro viaggio attraverso la Via Lattea.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it