Vasi e ciotole piu' piccoli di un virus, tanto che ne servirebbero oltre 50.000 per coprire una capocchia di spillo: fanno parte della collezione di minuscoli oggetti realizzati con molecole di Dna, opportunamente progettate con un software affinche' possano auto assemblarsi con una precisione nanometrica dando strutture 3D con superfici curve, finora difficilissime da ottenere.
Per usare il Dna come materiale da costruzione i ricercatori hanno sfruttato una sua proprieta' intrinseca, ovvero il fatto che le 'lettere' del codice genetico (le basi azotate adenosina, citosina, guanina e timina) si accoppiano sempre in modo prevedibile (l'adenina con la timina, la citosina con la guanina) per formare i pioli della famosa doppia elica.
Dunque progettando i filamenti di Dna con sequenze specifiche e' possibile 'programmarli' in modo che si uniscano dando forme diverse. Il metodo prevede in particolare la piegatura di uno o piu' pezzi di Dna a singolo filamento, lunghi migliaia di basi, con l'aiuto di alcuni frammenti piu' corti che si legano a sequenze complementari sui filamenti lunghi e tenendoli in posizione. Dato per esempio un modello a forma di fungo, il computer indica le sequenze per filamenti di Dna che si possono auto assemblare nella giusta configurazione. Una volta che i filamenti sono stati sintetizzati e mescolati in una provetta, basta scaldare e raffreddare la miscela perche' in 12 ore si formi la nanostruttura desiderata.
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