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Anche l’uomo va in pseudo-letargo, d’inverno dorme di più

Si potrebbero adattare gli orari di lavoro e di scuola alla stagione

D'inverno si allunga di mezz'ora la fase Rem, che è nota per essere direttamente collegata al nostro orologio circadiano (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

Gli esseri umani non vanno in letargo, ma in inverno accade comunque qualcosa che gli assomiglia: dormiamo di più, in particolare nella fase Rem, quella in cui sogniamo, e abbiamo quindi bisogno di più ore di riposo. La conferma arriva da uno studio frontiersin.org/articles/10.3389/fnins.2023.1105233/full">pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience e guidato dall’Università di medicina Charité di Berlino, che ha coinvolto 188 persone con problemi legati alla qualità del sonno. Secondo i ricercatori, si potrebbero adattare gli orari di lavoro e di scuola in base alla stagione, permettendo quindi di svegliarsi più tardi nei mesi invernali, oppure bisognerebbe abituarsi ad andare a dormire un po’ prima durante la stagione più fredda.
I partecipanti allo studio vivono in un ambiente urbano, quindi con scarsa esposizione alla luce naturale ed elevato inquinamento luminoso, fattori che dovrebbero alterare i comportamenti legati alla stagionalità e alla quantità di luce. Eppure, i ricercatori guidati da Aileen Seidler hanno riscontrato cambiamenti sorprendenti nel passaggio dall’estate all’inverno: il tempo totale di sonno si allunga di circa 1 ora nei mesi freddi, ma il dato più significativo è che si estende di mezz’ora anche la fase Rem, che è nota per essere direttamente collegata al nostro orologio circadiano, a sua volta influenzato dalla luce.
Gli autori dello studio avvertono che questi risultati dovranno essere confermati da ulteriori ricerche che coinvolgono un campione più ampio e con persone non affette da problemi legati al sonno, anche perché questi cambiamenti stagionali potrebbero essere ancora più marcati nella popolazione sana. “La stagionalità è onnipresente in ogni essere vivente su questo pianeta”, afferma Dieter Kunz, che ha coordinato lo studio. “Anche se manteniamo invariate le nostre abitudini, in inverno la fisiologia umana risulta rallentata – aggiunge Kunz – e sperimentiamo spesso la sensazione di aver esaurito le energie. È per questo che dovremmo imparare ad adattare le nostre abitudini alle stagioni”.
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