Altro che tour romantici per i canali di Venezia: nel XVI secolo la gondola è stata trasformata in un'imbarcazione d'assalto che il Governo della Serenissima volle coperta da segreto militare. E' questa la conclusione di uno studio di carattere storico realizzato da Dario Camuffo, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac), e pubblicato sulla rivista Méditerranée - Journal of Mediterranean geography.
La profonda trasformazione della gondola da semplice mezzo di trasporto a strumento bellico sarebbe legata alla necessità della Serenissima di difendersi e mantenere il predominio sui territori dell’Italia settentrionale minacciati dalla Lega di Cambrai, la coalizione formata il 10 dicembre 1508 dalle maggiori potenze europee dell’epoca (Sacro Romano Impero, Spagna e Francia) contro Venezia.
La gondola cinquecentesca, “rinforzata, simmetrica, molto simile ai vascelli pirata vichingo-normanni, rialzata a entrambe le estremità, era munita di robusti ferri acuminati a rostro in basso e ascia in alto, sia a prua che a poppa, per andare contro le barche nemiche e sfondarne il fasciame”, spiega Camuffo. “Venezia istituì una flotta fluviale destinata a piccole e veloci incursioni, caratterizzata da barche manovrabili in spazi ristretti e in entrambe le direzioni (avanti e indietro senza doversi girare), robuste e dotate di rostri per affondare le imbarcazioni nemiche”.
A rafforzare la tesi del segreto militare è l’analisi delle rappresentazioni cinquecentesche della gondola: queste, oltre a essere scarse, sono molto stilizzate o piccole, tali da non far emergere le nuove caratteristiche della barca. Il silenzio per quasi un secolo appare quindi giustificato da serie ragioni di Stato. Venezia alla fine del Cinquecento arrivò a possedere 10.000 gondole, contro le 400 di oggi.
“Martin Sanudo, cronista veneziano, nel suo Diario del 1509 testimonia che dopo la disfatta di Agnadello, nell’Arsenale di Venezia si stavano costruendo in gran segreto barche leggere per risalire il Po e l’Adige e fare incursioni belliche con razzie nel Ferrarese. Pietro Bembo e Francesco Guicciardini riferiscono che anche i cittadini veneziani erano invitati a partecipare con le loro barche ed erano autorizzati a tenere quanto riuscivano a saccheggiare.
In pratica - continua Camuffo del Cnr - la gondola era ritenuta la nuova arma segreta che avrebbe dovuto determinare il cambiamento delle sorti della guerra. La rinnovata forma venne ben documentata solo quando tornò la pace, alla fine del XVI secolo, come appare nei quadri di Andrea Vicentino, Leandro da Bassano, Girolamo Forabosco, Joseph Heinz il Giovane e molti altri pittori. Questa forma rimase invariata dal 1509 alla seconda metà del XVII secolo”.
Alla fine XVII secolo la gondola si è andata trasformando gradualmente per divenire la romantica barca barocca che conosciamo oggi, testimoniata dai quadri, dal Canaletto in poi, con un ferro decorativo e di bilanciamento davanti, un piccolo ricciolo a poppa e una cabina smontabile per le intemperie e la privacy.