L’asteroide Arrokoth, l’oggetto più lontano che sia mai stato visitato da una sonda spaziale, potrebbe essere ‘dolce’: probabilmente, deve il suo insolito colore rosso, che ha lasciato interdetti i ricercatori sin dalla sua scoperta, ad una superficie ricca di zuccheri, come indica lo studio org/doi/10.1073/pnas.2320215121#executive-summary-abstract">pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze americana, Pnas, e guidato dall’Università delle Hawaii a Mānoa.
Oggetti come Arrokoth, composto da due planetesimi rotondi che gli conferiscono la forma tipica di un pupazzo di neve, potrebbero aver impattato contro la Terra all’inizio della sua storia, trasportando molecole fondamentali e acqua verso il nostro pianeta e fornendo così la materia prima per lo nascita della vita.
I ricercatori guidati da Chaojiang Zhang hanno simulato in laboratorio il livello di esposizione ai raggi cosmici sperimentato dalla superficie di Arrokoth, individuato nel 2019 dalla sonda New Horizons della Nasa nella fascia di Kuiper, la regione che si estende oltre l’orbita di Nettuno. Hanno così scoperto che le intense radiazioni possono innescare una serie di reazioni chimiche nella superficie ghiacciata che portano alla formazione di molecole ricche di carbonio note come ‘idrocarburi policiclici aromatici’, molto comuni nell’universo.
Non solo: i raggi cosmici producono anche glucosio, lo zucchero più diffuso in natura, allosio, uno zucchero presente nella frutta e nelle noci, e glicerolo, usato nei saponi e nelle creme. In altre parole, Arrokoth probabilmente ha un sapore dolce e il suo colore sarebbe proprio dovuto a questi composti, che visti dallo spazio appaiono rossi, e non ad altri meccanismi proposti in precedenza.