Leoni delle caverne, macachi, rinoceronti, elefanti dalle zanne dritte: i fossili ritrovati nel sito di Notarchirico, in Basilicata, raccontano come è cambiato l'ecosistema nell'Europa meridionale durante il passaggio da fasi glaciali a fasi interglaciali circa 600.000 anni fa. Una sorta di 'Arca di Noè' del clima che cambia, descritta sulla rivista Plos One da un gruppo internazionale di ricerca guidato da Beniamino Mecozzi dell'Università Sapienza di Roma.
Il sito di Notarchirico è stato a lungo apprezzato dai paleontologi come una preziosa fonte di informazioni sul Pleistocene inferiore-medio, con fossili che vanno da circa 695.000 a 614.000 anni fa.
I reperti più antichi risalgono a un periodo relativamente caldo e comprendono fossili di ippopotami (Hippopotamus) e rinoceronti ormai estinti (Stephanorhinus), così come cervi e macachi, chiari indizi della presenza di boschi, steppe, laghi o stagni.
Animali adattati a vivere nei climi caldi, come macachi e ippopotami, sono poi spariti intorno a 660.000 anni fa. Tra i fossili di questa epoca si trovano elefanti dalle zanne dritte (Palaeoloxodon antiquus), bisonti delle boscaglie (Bison schoetensacki) e relativamente pochi cervi. Questo mutamento della fauna fa pensare che l'area si fosse impoverita di foreste, probabilmente per effetto di un clima più freddo: si ritiene infatti che in quel periodo si siano verificate alcune delle glaciazioni più estese del Pleistocene.
Dagli strati superiori dello scavo, corrispondenti a epoche successive, sono infine riemersi numerosi fossili di cervi che si nutrivano di arbusti e alberi legnosi, segno che il clima si era nuovamente riscaldato e che l'area si era riempita di foreste.
Oltre a riflettere i cambiamenti del clima nel Pleistocene, i fossili di Notarchirico forniscono informazioni anche sugli spostamenti da e verso l'Europa di molte specie animali. I reperti recuperati dagli scavi rappresentano alcune delle più antiche testimonianze della presenza in Europa di animali come l'elefante dalle zanne dritte e il cervo rosso. Comprendono inoltre i resti del più antico leone delle caverne dell'Europa sudoccidentale (risalente a circa 650.000 anni fa).
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