Non è stato ancora osservato direttamente, ma il 'fantomatico' Pianeta Nove continua a far parlare di sè in due nuovi studi. Il primo, dell'università di Warwick, ipotizza che, se dovesse esistere, sarebbe un problema per i pianeti periferici del Sistema Solare, che rischiano di essere spazzati via nello spazio interstellare.
La prima ricerca, condotta dal gruppo dell'università britannica di Warwick guidato da Dimitri Veras, è in via di pubblicazione sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Ha calcolato che, quando il Sole sarà prossimo alla fine e comincerà ad espellere materia fino a ingoiare la Terra, i pianeti più esterni (ossia Giove, Saturno, Urano e Nettuno) saranno respinti a una distanza di sicurezza. Se però ci fosse il Pianeta Nove, questo potrebbe non essere spinto fuori dal Sistema Solare e andrebbe incontro a un destino drammatico insieme agli altri pianeti esterni. Tutti quanti farebbero la stessa fine di Mercurio, Venere, Terra e Marte e del nostro sistema planetario resterebbero solo frammenti.
Il secondo studio, in via di pubblicazione sull'Astronomical Journal, è degli stessi autori dei calcoli che recentemente hanno dato sostegno all'ipotesi che il Pianeta Nove possa esistere: Chadwick Trujillo, della Northern Arizona University, e Scott Sheppard, della Carnegie Institution for Science di Washington.
Dei nuovi corpi celesti osservati oltre Nettuno i ricercatori hanno chiesto una designazione ufficiale al Minor Planet Center dell'Unione Astronomica Internazionale (Iau), l'organismo deputato a dare un nome ai corpi più piccoli del Sistema solare. La posizione precisa e le orbite di questi 'piccoli mondi antichi' potrebbero aiutare a restringere le possibilità relative a dimensioni e distanza dal Sole dell'ipotetico Pianeta Nove. ''Gli oggetti oltre Nettuno hanno la chiave per risalire alle origini del nostro Sistema solare - spiega Sheppard - e possono portarci a un pianeta ben più grande che crediamo si nasconda là fuori''.
Il fantomatico Pianeta 9 'ago della bilancia' del Sistema Solare
Da lui potrebbe dipendere il destino dei pianeti esterni