Una nuova ricerca è riuscita a fare un po’ di luce su uno dei grandi misteri dell’universo: la materia oscura, uno dei suoi elementi fondamentali ma di cui ancora si conosce ben poco. Per riuscirci i ricercatori hanno sfruttato la luce lontanissima proveniente da galassie e buchi neri in accrescimento insieme a simulazioni su supercomputer.
La materia oscura costituisce la maggior parte del nostro universo, il 90% secondo le ipotesi, ma non è direttamente osservabile, non emette nessun tipo di radiazione e si manifesta soltanto attraverso effetti gravitazionali. Su quale sia la sua natura il mistero rimane fitto e ci sono molte teorie al riguardo. In questa ricerca gli studiosi ne hanno indagate due in particolare: quella della cosiddetta materia oscura “fredda”, formata da particelle che si muovono a bassissime velocità, e quella della materia oscura “sfocata”, dove la velocità è più elevata.
I ricercatori, servendosi di simulazioni fatte in parallelo su diversi supercomputer, hanno osservato le interazioni tra la rete di filamenti composti da gas e materia oscura che pervade tutto l’universo e la luce proveniente da lontanissimi buchi neri in accrescimento e galassie: i fotoni, interagendo con l’idrogeno dei filamenti cosmici riescono a rivelare alcune proprietà della materia oscura. I risultati ottenuti si accordano bene con il modello della materia oscura “fredda”, mentre sono incompatibili con l’altro, rendendolo quindi poco probabile.
Una nuova ricerca fa un po’ di luce sulla materia oscura
Sfruttando sorgenti luminose lontanissime, come galassie e buchi neri