Social media guastafeste nella scoperta della prima luna di un pianeta esterno al Sistema Solare. E' bastato qualche tweet perché gli astronomi si vedessero costretti a pubblicare i loro risultati, frutto di cinque anni di lavoro, sul sito arXiv senza poter avere il riscontro delle osservazioni fatte con il telescopio spaziale Hubble.
La luna, come riporta il sito di Nature, è grande quanto Nettuno e sarebbe il satellite naturale di un pianeta simile a Giove distante 4.000 anni luce dalla Terra. ''Non era una cosa che avevamo in programma di annunciare adesso'' ha rilevato uno degli autori della scoperta, l'astronomo David Kipping, della Columbia University di New York. Kipping avrebbe preferito essere più cauto, ma ha dovuto abbandonare il suo programma pochi giorni fa, quando il sospetto della scoperta ha cominciato a fare il giro dei social media.
Tutto è iniziato dal tweet di un astronomo che segnalava la richiesta fatta da Kipping di un periodo di osservazione con Hubble. Poiché l'astronomo è da anni impegnato nella caccia alle cosiddette 'esolune', se voleva usare Hubble c'era solo una ragione possibile: forse aveva scoperto la prima luna esterna al Sistema Solare. Quindi, per prevenire altre voci e false ipotesi, il gruppo ha deciso di pubblicare velocemente i dati.
Quello che hanno visto i ricercatori è un'anomalia nel segnale del pianeta Kepler-1625 b, scoperto dal telescopio Kepler della Nasa. Kepler cerca i cosiddetti pianeti extrasolari analizzando la luce delle stelle che li ospitano: se ci sono diminuzioni periodiche nella luminosità vuol dire che un corpo celeste passa davanti al loro disco. In questo caso il segnale indica che ci sono ben due oggetti celesti: un pianeta simile a Giove e una sua luna grande quanto Nettuno.
Se fosse effettivamente una 'esoluna' sarebbe una scoperta a lungo attesa, ma i dati potrebbe anche essere il frutto di un errore strumentale, perciò serve la conferma con altri strumenti, come le osservazioni in programma con Hubble in ottobre
Scoperta la prima luna esterna al Sistema Solare
Social media 'forzano' la pubblicazione dei dati