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Un sole artificiale per preparare le missioni estreme

Acceso nel centro tecnologico dell'Esa in Olanda

Redazione Ansa

Isolata all'interno di un cilindro, la luce potentissima di un sole in miniatura colpisce un satellite che ruota sopportando drastici cambiamenti di temperature, come farebbe in una missione spaziale estrema, vicinissima al Sole, la stessa che tra non molto affronteranno le sonde europee Bepi Colombo e Solar Orbiter. E' uno dei test condotti nel cuore tecnologico dello spazio europeo, il Centro per la scienza e la tecnologia dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) che si trova in Olanda, a Noordwijk.

"E' il più grande centro europeo per la tecnologia spaziale", ha detto Franco Ongaro, che lo dirige e che è direttore dell'Esa per la Tecnologia, l'Ingegneria e la Qualità. E' qui che si trovano anche tutte le tecnologie che, in caso di guasti o incidenti, permettono di ricostruire le cause che li hanno provocati, come in una sorta di Csi dello spazio. "E' come fare un'autopsia", ha osservato Tommaso Ghidini, capo della divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell'Esa. "Si lavora - ha aggiunto - con estremo rispetto per le aziende coinvolte" e forti di essere "l'unico laboratorio al mondo in grado di analizzare tutti i materiali per tutte le applicazioni".

Nei 24 laboratori che lavorano a pieno ritmo si sperimentano tecnologie avveniristiche, come la stampa 3D per costruire componenti sempre meno pesanti e più efficienti e perfino i mattoni per future basi sulla Luna e Marte. Poco distante c'è un angolo di paesaggio marziano con tanto di 'lander' e 'rover' e più in là un bizzarro laboratorio in cui pavimento, soffitto e pareti sono rivestiti da miriadi di coni azzurri fatti di una sostanza spugnosa imbevuta di un materiale a base di grafite è fondamentale per verificare se le antenne dei satelliti funzionano correttamente.

Il simulatore solare si trova lì vicino, ma è inaccessibile: la luce che sprigiona sarebbe fatale per gli esseri umani. E' accesa da 19 lampade, ognuna della potenza di 26 kilowatt e del costo di 8.000 euro, che colpiscono uno specchio dal diametro di circa 11 metri, composto da 131 tessere esagonali. "E' un simulatore unico al mondo, studiato per missioni che pongono nuove sfide, come Solar Orbiter e Bepi Colombo, nelle quali i classici metodi di test non funzionano più", ha osservato Ghidini. "In missioni come queste - ha aggiunto - andiamo oltre le condizioni conosciute e per questo abbiamo dovuto costruire e testare una macchina che simula le condizioni che Solar Orbiter e Bepi Colombo incontreranno avvicinandosi al Sole".

Per avere un’idea delle condizioni estreme nelle quali dovranno lavorare le due missioni, basti pensare che se la luminosità che sperimentiamo sulla Terra equivale a una costante solare, quelle che sperimenterà la sonda Bepi Colombo sarà pari a 10 costanti solari e sarà di 12 costanti solari quella che incontrerà Solar Orbiter.

 

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