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L'intruso del Sistema Solare è una cometa interstellare

Protetta da una corazza di molecole organiche

Rappresentazione artistica di Oumuama, probavilmente una cometa interstellare protetta da una spessa corazza di molecole organiche (fonte: ESO/M.Kornmesser)

Redazione Ansa

L'intruso del sistema solare, it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2017/11/21/lintruso-del-sistema-solare-ha-un-volto-e-un-nome_9b76e174-9406-4344-a7a8-d7905b5dcb67.html">Oumuamua, potrebbe essere una cometa interstellare rivestita di una corazza di molecole organiche che l'avrebbe protetta durante il suo lungo viaggio nella Via Lattea e durante il suo saluto al Sole. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Astronomy e condotta in Irlanda, nella Queen's University di Belfast, dal gruppo coordinato da Alan Fitzsimmons e Michele Bannister.

Il rivestimento di materiale organico avvolgerebbe un nucleo di ghiaccio e si sarebbe formato dal bombardamento di raggi cosmici nel corso di milioni o addirittura miliardi di anni.
Individuato il 19 ottobre 2017 dal telescopio Pan-STARRS 1 nelle Hawaii, Oumuamua e' davvero singolare, con il suo colore grigio-rossastro e la forma affusolata simile a quella di un sigaro. Sulla base delle prime osservazioni era stato classificato come un asteroide proveniente da un'altra stella e ricco di metalli; si è anche ipotizzato che fosse fatto di materia oscura, invisibile e misteriosa.

Il sospetto che fosse una cometa arrivata da un'altra stella gli astronomi l'avevano avuto subito, ma le osservazioni successive alla scoperta avevano dimostrato che l'avvicinamento al Sole non aveva generato i getti di vapore tipici delle comete. Oumuamua infatti si e' avvicinato a 37 milioni di chilometri dal Sole senza subire danni.

Adesso analizzando il modo in cui Oumuamua riflette la luce si sono osservate somiglianze notevoli con i pianetini e le comete fatte di ghiacci ricchi di carbonio, ''la cui struttura - ha rilevato Fitzsimmons - e' modificata dall'esposizione ai raggi cosmici''.

Una simulazione ha poi dimostrato che , durante il passaggio ravvicinato al Sole, un mantello di molecole organiche dello spessore di mezzo metro potrebbe avere impedito che il suo nucleo di ghiaccio evaporasse.

Per Bannister e' affascinante che ''il primo oggetto interstellare scoperto somigli a un corpo celeste del nostro Sistema Solare e questo suggerisce che il modo in cui e' nata la nostra famiglia di pianeti potrebbe essere simile al modo in cui si formano i sistemi planetari attorno alle altre stelle''.

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