Come la tremolante fiammella di una candela che diventa improvvisamente luminosa come una torcia, così il gigantesco buco nero Sagittarius A* nel cuore della Via Lattea si è 'acceso' a sorpresa emettendo un misterioso bagliore, il più intenso mai registrato finora nel vicino infrarosso, della durata di un paio d'ore: ripreso lo scorso 13 maggio grazie ai telescopi dell'Osservatorio W.M. Keck alle Hawaii, potrebbe essere stato causato dal passaggio ravvicinato di una stella o di una nube di gas, come ipotizzano i ricercatori dell'Università della California a Los Angeles in uno studio comparso sul sito arXiv e in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters.
Il bagliore ha aumentato di 75 volte la luminosità del buco nero supermassiccio Sagittarius A*, dotato di una massa pari a 4 milioni di volte quella del Sole. "Il buco nero era così luminoso che in un primo momento l'ho scambiato per la stella SO-2", racconta l'astronomo Tuan Do. "Nei frame successivi, però, era chiaro che si trattava di una sorgente a luminosità variabile, per cui doveva essere il buco nero. Ho capito subito che probabilmente stava accadendo qualcosa di interessante".
I buchi neri non emettono radiazioni che possano essere rilevate dagli attuali strumenti a disposizione degli astronomi, per cui il bagliore doveva essere stato generato dalla frizione del materiale che ruota attorno al buco nero, attratto dalla sua forza gravitazionale. I ricercatori ipotizzano dunque che l'improvviso flash sia riconducibile al passaggio ravvicinato fatto nel 2018 dalla stella SO-2, che orbita intorno al buco nero ogni 16 anni. Non escludono però che il fenomeno rappresenti una reazione ritardata del buco nero all'avvicinamento della nube di gas G2, avvenuto nel 2014.
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