Arrivati a Terra i primi dati inviati dalla sonda Solar Orbiter, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2020/02/09/conto-alla-rovescia-per-la-missione-che-sfidera-il-sole-_f30f21bf-be38-4210-9be7-9abef711950a.html">lanciata il 10 febbraio per fare la Tac al Sole. Sono misure del campo magnetico solare eseguite dal magnetometro Mag, uno dei 10 strumenti di bordo progettati per studiare il cosiddetto meteo spaziale, in particolare come l'attività del Sole influenza la vita sulla Terra e nello spazio.
Per i responsabili del centro di Controllo delle operazioni Esa di Darmstadt, in Germania, i dati indicano che il magnetometro è in ottimo stato e che le prime operazioni della sonda, come l'apertura del braccio contenente diversi sensori degli strumenti e quella di tre antenne, si sono svolte correttamente. I primi sensori, ad esempio, sono stati accesi 21 ore dopo il lancio della sonda.
Quattro tra gli strumenti di Solar Orbiter, tra cui il magnetometro Mag, spiega l'Esa, "misurano l'ambiente attorno alla sonda, in particolare le caratteristiche del vento solare, il flusso di particelle cariche provenienti dalla nostra stella".
Per il responsabile dell'esperimento Mag, Tim Horbury, dell'Imperial College di Londra, "Solar Orbiter è in grado di misurare campi magnetici migliaia di volte meno intensi di quelli con cui abbiamo familiarità sulla Terra". I suoi strumenti sono talmente sensibili da rischiare di essere disturbati dalla stessa attività elettrica della sonda.
"Per questo - precisa Horbury - molti sensori sono collocati a distanza dal corpo centrale, sul braccio di circa 4 metri e mezzo di lunghezza. I primi dati indicano che il campo magnetico diminuisce man mano che ci si allontana dalla sonda. A riprova - conclude - che il braccio si è aperto in modo corretto".
Dalla sonda Solar Orbiter i primi dati sul Sole
Sono misure del suo campo magnetico