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Scoperto il primo asteroide con 3 lune

Grazie a nuove tecniche che puliscono le immagini ottenute dai telescopi

130 Elektra e le sue 3 lune, fotografato dal Very Large Telescope (Eso) (ESO/Berdeu et al., Yang et al.)

Redazione Ansa

È il primo sistema mai osservato formato da un asteroide e 3 lune: l’asteroide, chiamato 130 Elektra, era stato scoperto nel 1873, ma solo con il passare degli anni si è stati in grado di scorgere anche i 3 satelliti che gli orbitano attorno. La notizia, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters da un gruppo di ricercatori guidato dall’Istituto Nazionale di Ricerca Astronomica della Thailandia, è stata resa possibile grazie all’utilizzo di nuove tecniche che hanno ‘pulito’ le immagini ottenute con il Very Large Telescope dello European Southern Observatory (Eso).

È il primo sistema mai osservato formato da un asteroide e 3 lune: l’asteroide, chiamato 130 Elektra, era stato scoperto nel 1873, ma solo con il passare degli anni si è stati in grado di scorgere anche i 3 satelliti che gli orbitano attorno. La notizia, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters da un gruppo di ricercatori guidato dall’Istituto Nazionale di Ricerca Astronomica della Thailandia, è stata resa possibile grazie all’utilizzo di nuove tecniche che hanno ‘pulito’ le immagini ottenute con il Very Large Telescope dello European Southern Observatory (Eso).

Non è una novità per un asteroide il fatto di viaggiare insieme a compagni più piccoli, ma è estremamente raro individuarli: degli oltre 1 milione e 100 mila asteroidi conosciuti, solo per circa 150 sono state avvistate delle lune. Gli asteroidi, infatti, sono oggetti piccoli e molto poco luminosi, quindi riuscire a vedere anche eventuali satelliti – ancora più piccoli e oscuri – è un’impresa ardua. 130 Elektra (del diametro di circa 260 km) è stato scoperto nella cintura di asteroidi tra Marte e Giove nel 1873, ma ci sono voluti 130 anni per avvistare la prima luna, che orbita ad una distanza di 1.300 km dal suo fratello maggiore. Il secondo satellite – con un orbita di 500 km – è stato osservato nel 2014 ed ora si aggiunge il terzo: l’ultimo arrivato ha un diametro di soli 1,6 km e orbita vicinissimo all’asteroide, a circa 340 km.

Per individuarlo, i ricercatori guidati da Anthony Berdeu hanno esaminato i dati ottenuti grazie a Sphere, uno strumento montato sul Very Large Telescope dell’Eso, e li hanno ripuliti dalle distorsioni, dalle interferenze e dall’alone luminoso dell’asteroide, che impedivano di vedere la terza luna. “La scoperta getta un po’ di luce sulla comprensione di questi fenomeni”, affermano i ricercatori. Restano tuttavia ancora molte incognite sulle modalità di formazione di un sistema così affollato: i satelliti potrebbero essere nati a partire dalla polvere emessa dall’asteroide o da frammenti causati da impatti, oppure potrebbero essere stati catturati dal campo gravitazionale dell’asteroide durante il suo percorso.

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