Il super-telescopio Qubic per lo studio dell’universo primordiale, frutto di una collaborazione internazionale tra 130 ricercatori di Italia, Francia, Argentina, Irlanda e Regno Unito, è pronto per entrare in funzione alla fine dell’anno: ha superato a pieni voti le fasi finali di test, riportate in otto studi org/journal/1475-7516/page/QUBIC_status_and_forecast">pubblicati sul Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, e si avvia a scrutare il cielo dalla sua sede nell’Argentina settentrionale, a 5.000 metri sul livello del mare, nel sito di Alto Chorrillo. Il progetto vede l’Italia protagonista grazie ai contributi scientifici e tecnologici forniti dall’Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e dalle Università di Milano Statale, Milano-Bicocca, Università di Roma Tor Vergata e Sapienza Università di Roma.
Qubic (Q&U Bolometric Interferometer for Cosmology), si avvarrà di una tecnica innovativa per osservare e mappare le proprietà del fondo cosmico a microonde, l’eco residua del Big Bang: secondo la teoria dell’inflazione, infatti, la rapidissima fase di espansione dell’universo avvenuta nella frazione di secondo iniziale avrebbe lasciato debolissime tracce nelle onde elettromagnetiche prodotte, che quindi non oscillerebbero in direzioni casuali ma formerebbero in cielo un disegno vorticoso.