Il telescopio spaziale James Webb dimostra immediatamente il suo enorme potenziale, con le prime immagini a ‘pieni colori’, che si aggiungono a quella presentata in anteprima dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, e dimostrano le incredibili capacità dell’ambizioso programma nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia spaziale canadese (Csa) e nel quale anche l’Italia ha un ruolo importante.
"Oggi presentiamo all'umanità una visione rivoluzionaria del cosmo grazie al telescopio spaziale James Webb, una visione finora inedita", ha commentato Bill Nelson, Amministratore della Nasa anticipando la presentazione delle prime immagini. Dopo le prime anticipazioni per dimostrare a tutti la potenza di questo strumento sviluppato in circa 20 anni di lavoro, arrivano ora le prime 5 immagini ‘a colori’ dedicate a 5 grandi temi differenti della ricerca scientifica e cui Webb potrà dare tante risposte.
La prima immagine e essere presentata è stata, l'11 luglio alla Casa Bianca, quella dell'ammasso di galassia SMACS 0723 realizzata in appena 12,5 ore.
La prima a essere presentata nell'evento internazionale del 12 luglio è stata lo ‘spettro’, ossia la composizione chimico fisica con un dettaglio senza precedenti, di un pianeta esterno al Sistema, simile a Giove ma molto più caldo e distante 1.150 anni luce.
“Assistere a un momento come questo è un’opportunità fantastica che arriva una volta nella vita perché cambierà il modo con cui conosciamo l’universo”, ha commentato Josef Aschbacher, direttore generale dell’Esa.
Colpisce l'immagine della Nebulosa NGC 3132, nota come Nebulosa dell'Anello del Sud, distante circa 2500 anni luce. Qui, i potenti occhi a infrarossi di Webb mostrano per la prima volta una seconda stella morente, una chiara dimostrazione dell’enorme progresso reso possibile da questo nuovo telescopio spaziale che è una sorta di erede di Hubble messo in orbita 32 anni fa.
Spettacolare anche lo scatto (oltre 150 milioni di pixel e quasi 1.000 porzioni di fotografie separate) del Quintetto di Stephan, formato da cinque galassie molto vicine tra loro, di cui sono ben visibili dettagli che solo adesso è possibile osservare grazie ai potenti strumenti infrarossi del Webb. SE' un'immagine che parla un po' italiano perchè, a garantire infatti la messa a fuoco ottimale dello spettrometro infrarosso NIRSpec è uno strumento realizzato da Leonardo negli stabilimenti di Campi Bisenzio (Firenze).
E' iconica anche l'mmagine della Nebulosa della Carena, o Nebulosa Eta Carinae, protagonista di alcuni degli scatti più noti di Hubble e che chi ‘rivive’ con una profondità di colori (che si traducono in informazioni) e dettagli quasi impensabili, di cui è stato selezionato un dettaglio che ricorda un’enorme ‘scogliera cosmica’. Cinque immagini che da sole hanno entusiasmato la comunità scientifica, e non solo: “È l'inizio di una nuova era di osservazione dell'Universo e di scoperte scientifiche entusiasmanti", ha detto Günther Hasinger, direttore di Scienza dell'Esa
L'Italia punterà moltissimo su Webb attraverso Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Inaf. Ben 9 dei 266 programmi prescelti per il primo anno di osservazioni scientifiche del nuovo telescopio saranno guidati da ricercatori italiani (7 da Inaf e 2 dall'Università di Milano-Bicocca e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa). Importanti anche i contributi tecnologici attraverso Leonardo e Thales Alenia Space.
Una nuova finestra sull'Universo
"Scientificamente, i dati aprono una nuova finestra su un’epoca della storia dell’universo che non è ancora stata esplorata”, rileva Adriano Fontana, responsabile della divisione nazionale abilitante dell’astronomia ottica ed infrarossa dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).
Della prima immagine, quella dell’ammasso di galassie SMAC S 0723, Fontana osserva che “l’aver puntato il telescopio su un ammasso di galassie ci ha permesso di sfruttare l’effetto di amplificazione della luce - un effetto previsto dalla relativà generale di Einstein - per rendere visibili gli oggetti molto distanti che sono dietro l’ammasso stesso. Questi dati - e altri analoghi - ci permetteranno di studiare nel dettaglio come si sono formate le prime galassie, e anche di studiare il mistero della materia oscura che domina l’ambiente dell’ammasso".
Secondo l’esperto “le capacità di James Webb sono molte volte superiori a quelle che qualsiasi telescopio da terra può ottenere oggi o nel prossimo futuro” e il nuovo telescopio “è con ogni probabilità il satellite astronomico più complesso che sia mai stato lanciato nello spazio. Oltre allo specchio, composto da segmenti perfettamente allineati tra di loro, ha quattro strumenti “straordinariamente sofisticati, ognuno dei quali ha molte configurazioni e modalità operative” e che “stanno funzionando perfettamente”, come indica la prima immagine diffusa nella serata dell’11 luglio dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Che un oggetto così complesso funzioni perfettamente a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra – conclude - e alla temperatura di soli 40 gradi dallo zero assoluto, è davvero uno straordinario risultato tecnologico”.