L'Italia dello spazio accelera nelle telecomunicazioni quantistiche, da quelle per le connessioni sulla Terra a quelle futura per la Luna, in un programma nel quale l'Agenzia Spaziale Italiana punta a sviluppare il suo centro di Matera. E' quanto emerge nel convegno Space2Connect, organizzato a Matera dall'Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con l'Asi.
A 40 anni dalla sua istituzione, nell'ambito dell'allora Piano Spaziale Nazionale e grazie a un accordo con la Regione Basilicata, il centro di Matera si prepara a essere protagonista del futuro, puntando su settori cruciali come le comunicazioni quantistiche nello spazio e il tracciamento dei detriti spaziali, anche grazie ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Nato nel 1983 come centro di Geodesia spaziale, "oggi il centro dell'Asi a Matera si prepara a grandi sviluppi", ha detto all'ANSA Roberto Formaro, a capo della direzione Programmi dell'Asi, a margine dell'evento organizzato negli spazi di Sparkme Space Accademy.
Per la Geodesia, ossia la determinazione della posizione di oggetti sulla Terra con l'aiuto dei satelliti, Matera "è uno dei sette centri in cui si fanno misure che riescono a dare posizionamenti molto precisi dei movimenti della Terra, grazie alla sua grande antenna Vlbi", ha osservato Formaro riferendosi all'antenna per l'interferometria a lunghissima base, che utilizza come punti di riferimento nello spazio sorgenti molto distanti. Inoltre, ha aggiunto, "si eseguono anche misure con i laser e segnali basati sui sistemi di navigazione satellitare: queste tre tecniche fanno di Matera un centro importante per Geodesia". Per questo settore sono in arrivo anche una nuova antenna Vlbi (nei prossimi due-tre anni) e un secondo laser, entro il 2026, con fondi nazionali e del Pnrr.
Il secondo filone di attività sul quale punta il centro dell'Asi è il Remote sensing, o Telerilevamento, ossia l'uso dei satelliti per raccogliere dati relativi alla superficie terrestre.
La terza linea di attività, ha aggiunto Formaro, "è quella delle comunicazioni e delle tecnologie quantistiche", per la quale sono previsti a Matera dei laser dedicati.
La quarta è quella del controllo dei detriti spaziali, comprese le osservazioni di relitti in caduta incontrollata: "a Materia c'è un telescopio dedicato e stiamo finanziando nuove attività", anche con fondi del Pnrr. In questo ambito è in programma a Matera anche la realizzazione di uno dei telescopi della rete Flyeye dell'Esa, ideato per individuare gli asteroidi vicini alla Terra e poi ottimizzato per individuare anche detriti spaziali nella fascia alta e media dell'orbita assa e nell'orbita geostazionaria. La sua realizzazione è prevista entro il 2026 e il quarto mix di fondi nazionali).
E' infine in arrivo il Matera Lab, un insieme di centri di ricerca e operatori di servizi nell'area del Mediterraneo, con molti progetti finanziati con fondi del Pnrr: "apriremo alle università dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo - ha detto Formari - e contiamo di essere operativi nel giro di due anni. E' un progetto importante perché diventerà un volano di crescita anche per il Sud, del quale beneficeranno anche istituti e industrie dell'indotto locale".