Rubriche

BepiColombo al terzo incontro ravvicinato con Mercurio VIDEO

Ne serviranno altri 3

La sonda BepiColombo di Agenzia Spaziale Europea e Giapponese si sta preparando al suo terzo incontro ravvicinato con Mercurio (fonte: ESA/ATG medialab)

Redazione Ansa

La sonda BepiColombo di Agenzia Spaziale Europea e Giapponese è al suo terzo incontro ravvicinato con Mercurio: il cosiddetto flyby è avvenuto alle ore 21,34 italiane del 19 giugno, da una distanza di circa 236 chilometri. Per BepiColombo si tratta del sesto incontro ravvicinato con un pianeta dal suo lancio, avvenuto a ottobre 2018: il primo con la Terra, altri due con Venere e, infine, tre finora con Mercurio. Ma ne dovranno avvenire altri tre con il pianeta più interno del Sistema Solare, prima che la sonda riesca a rallentare abbastanza da inserirsi nella sua orbita, cosa che avverrà a dicembre del 2025.

 

 

 

L’avvicinamento è avvenuto dal lato del pianeta che si trova al buio, dunque le telecamere hanno scattato le prime immagini solo 13 minuti dopo a circa 1.840 chilometri di distanza, con in vista anche il lato illuminato di Mercurio. Il flyby, che è stato anche l’occasione per testare alcuni degli strumenti a bordo, rallentare la velocità di BepiColombo di circa 0,8 chilometri al secondo e cambiare la direzione di 2,6 gradi.

Il passaggio è avvenuto come previsto grazie alla più grande manovra che la missione abbia visto finora, eseguita dalle squadre di controllo il 19 maggio scorso. Lo scopo era correggere gli errori nell’orbita di BepiColombo che si erano accumulati nel periodo precedente: senza questa correzione, la sonda si sarebbe trovata 24mila chilometri troppo distante da Mercurio e dalla parte sbagliata.

Dopo questo flyby, la missione è entrata in una parte molto impegnativa del suo viaggio, che vedrà aumentare gradualmente l’utilizzo della propulsione elettrica solare per frenare continuamente contro l'enorme attrazione gravitazionale del Sole: questa è infatti una delle ragioni per cui Mercurio è il pianeta roccioso meno esplorato del nostro Sistema Solare, ed il motivo per cui sono necessari tutti questi passaggi ravvicinati prima che la sonda perda abbastanza velocità da essere catturata dal piccolo pianeta.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it