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Due sonde misurano in simultanea l'atmosfera del Sole VIDEO

Per risolvere un mistero che dura da 65 anni

Rappresentazione artistica dell'allineamento delle sonde Solar Orbiter e Parker Solar Probe (fonte: Solar Orbiter: ESA/ATG medialab; Parker Solar Probe: NASA/Johns Hopkins APL)

Redazione Ansa

Un allineamento cosmico e un po' di 'ginnastica spaziale' hanno portato alla prima misurazione in simultanea delle proprietà dell'atmosfera del Sole. Un risultato fondamentale, che porta ad un passo dalla soluzione di un mistero che dura ormai da 65 anni: quello sulla temperatura incredibilmente elevata dell'atmosfera solare, che raggiunge circa un milione di gradi ed è 150 volte più calda della sua superficie. Il successo di questa impresa si deve alla collaborazione tra la sonda Solar Orbiter di Nasa e Agenzia Spaziale Europea e la Parker Solar Probe della Nasa. La descrive in uno studio pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters e guidato dall'italiano Daniele Telloni dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.

L'atmosfera del Sole, chiamata corona, è costituita da un gas elettricamente carico, il plasma. La sua temperatura è un problema perché la superficie della stella arriva a circa 6.000 gradi ed quindi 150 volte inferiore. In teoria, la corona dovrebbe essere più fredda della superficie, dal momento che l'energia del Sole proviene dalle reazioni che avvengono nel nucleo e, normalmente, le cose diventano più fredde man mano che ci si allontana dalla fonte di calore. Eppure, per la nostra stella sembrano essere in gioco altri meccanismi. Da tempo si sospetta che la turbolenza nell'atmosfera solare sia la responsabile dell'eccessivo riscaldamento, ma per confermare questa ipotesi sono necessari almeno due veicoli spaziali che operano in contemporanea: uno che si avvicina il più possibile per misurare da vicino particelle e campi magnetici, e un altro che invece osserva il Sole da una certa distanza.

ricercatori sono stati guidati da Telloni, che fa parte del gruppo che si occupa dello strumento Metis di Solar Orbiter (realizzato per l'Agenzia Spaziale Italiana da Thales Alenia Space e OHB Italia), che scatta foto alla corona solare. Analizzando i dati, hanno scoperto che il primo giugno 2022 questa possibilità sarebbe stata a portata di mano,ma era necessario qualche aggiustamento: una cosa non facile, dal momento che ogni manovra di una missione spaziale è attentamente pianificata in anticipo e i veicoli spaziali sono progettati per puntare solo in direzioni molto precise.



La sonda gestita dall'Esa avrebbe dovuto oscillare di 45 gradi e puntare leggermente fuori dal Sole, in modo da inquadrare anche la sonda Parker. Queste delicate manovre che hanno fatto allineare i due veicoli sono state rese possibili anche grazie ai sensori d'assetto realizzati in Italia da Leonardo, che si trovano a bordo di entrambe le missioni e che, come bussole dello spazio, aiutano sonde e satelliti ad orientarsi e mantenere l'assetto corretto.

Il risultato è stata la prima misura simultanea, su piccola e grande scala, delle caratteristiche dell'atmosfera della nostra stella. Confrontando i dati così ottenuti con le previsioni fatte nel corso degli anni, gli autori dello studio hanno capito che le teorie sono molto probabilmente corrette, anche se servirà del tempo per ottenere una conferma e considerare il mistero definitivamente risolto.

Secondo i ricercatori, il modo in cui agisce la turbolenza non è diverso da ciò che accade quando si mescola una tazza di caffè: stimolando movimenti casuali di un fluido, che può essere un liquido o un gas, l'energia viene trasferita su scale sempre più piccole, fino a che non viene trasformata in calore. Nel caso della corona solare, il fluido immagazzina anche energia magnetica: ciò significa che è presente un'ulteriore fonte di energia pronta a trasformarsi in calore. "Questo lavoro - commenta Telloni - è il risultato del contributo di tante, tantissime persone".

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