Oltre 70 grammi di rocce e polveri dell'asteroide Bennu sono già stati recuperati dal contenitore riportato sulla Terra dalla missione Osiris-Rex lo scorso 24 settembre, mentre un'ulteriore quantità di materiale attende ancora di essere estratta dall'interno del campionatore: lo riferisce la Nasa, sottolineando come il materiale raccolto abbia superato i 60 grammi che erano stati prefissati come obiettivo minimo per la missione.
La notizia arriva a due settimane dall'annuncio della scoperta di acqua e carbonio nei campioni e fa ben sperare gli oltre 200 ricercatori di tutto il mondo (compresi quelli dell'Istituto Nazionale di Astrofisica di Padova, Arcetri e Roma) che sono in attesa di riceverli per condurre ulteriori analisi. L'obiettivo è verificare se i frammenti dell'asteroide prelevati da Osiris-Rex nell'ottobre del 2020 potranno aiutarci a fare luce sull'origine della vita sulla Terra, per capire se possa essere stata 'seminata' dall'impatto di corpi celesti simili all'asteroide.
Il materiale di Bennu raccolto finora nei laboratori del Johnson Space Center della Nasa include le rocce e la polvere trovate all’esterno della testa del campionatore, nonché una parte del campione primario all’interno della testa. L'ulteriore materiale rimasto dentro sarà estratto prossimamente. Per recuperarlo, però, bisognerà trovare un nuovo metodo di apertura del meccanismo di acquisizione del campione (chiamato Touch-and-Go o Tagsam). Gli esperti Nasa hanno infatti riscontrato che due dei 35 elementi che fissano la testa del campionatore non sono rimovibili attraverso le procedure fin qui approvate e previste. In attesa che venga individuata la strategia migliore, la testa del campionatore è stata spostata nel suo contenitore di trasferimento per assicurarsi che rimanga sigillata in un ambiente completamente protetto.
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