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La sonda Juno pronta a incontrare Io, una delle lune di Giove

Il 30 dicembre il passaggio a soli 1.500 chilometri, per studiarne i vulcani

Io, una delle lune di Giove (fonte: NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS, Ted Stryk)

Redazione Ansa

La sonda Juno della Nasa è pronta a concludere l’anno con un incontro ravvicinato con Io, una delle lune di Giove: il 30 dicembre il passaggio a soli 1.500 chilometri di distanza, il sorvolo più ravvicinato mai compiuto negli ultimi 20 anni, per studiare il mondo più vulcanico di tutto il Sistema Solare. Le aspettative per i dati che la sonda potrà raccogliere con questo passaggio sono alte, e un altro ‘appuntamento’ è già previsto per il 3 febbraio 2024. Dopo questa data l’orbita di Juno, la cui foto delle vorticose tempeste di Giove si è guadagnata un posto tra le più belle immagini scientifiche del 2023 secondo la rivista Nature, si allontanerà progressivamente da Io: il sorvolo successivo la vedrà già ad una distanza di 16.500 chilometri.

“Combinando i dati di questo sorvolo con le nostre osservazioni precedenti, il team scientifico di Juno sta studiando come variano i vulcani di Io”, afferma Scott Bolton dell’Istituto di Ricerca del Sud-Ovest di San Antonio, in Texas, alla guida dei ricercatori. “Stiamo cercando quanto spesso eruttano, quanto sono caldi, come cambia la forma del flusso di lava e come l’attività di Io è influenzata dal campo magnetico che circonda Giove. Con i due sorvoli ravvicinati di dicembre e febbraio – aggiunge Bolton – Juno indagherà la fonte della massiccia attività vulcanica di Io, cercherà l’eventuale presenza di un oceano di magma nascosto sotto la superficie e analizzerà l’importanza delle forze esercitate da Giove, che schiacciano incessantemente questa luna”.

L’attrazione gravitazionale che Io eserciterà su Juno durante il passaggio del 30 dicembre ridurrà la durata della sua orbita intorno a Giove da 38 a 35 giorni, e ulteriormente a 33 giorni dopo il secondo sorvolo del 3 febbraio. Questa nuova traiettoria implica che il gigante gassoso oscurerà la luce del Sole, dalla quale dipendono gli strumenti della sonda per il loro funzionamento, ad ogni orbita per circa cinque minuti. La durata di questi periodi di oscurità sarà comunque troppo breve per influenzare l’attività di Juno, la cui missione è stata estesa fino al 2025.

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