I Navajo sul piede di guerra contro la missione spaziale privata che gli Stati Uniti si apprestano a lanciare lunedì 8 gennaio per il primo allunaggio morbido dall'era del programma Apollo: a bordo porterà anche Dna e ceneri di defunti, materiali che secondo la più grande tribù di nativi americani rischiano di profanare la sacralità del suolo lunare. Per questo motivo il presidente della nazione Navajo, Buu Nygren, ha chiesto formalmente alla Nasa di rinviare il lancio, ma sebbene l'ente spaziale sia disponibile al dialogo, ha ribadito di non poter interferire con le scelte dei partner privati che organizzano le missioni sotto la sua egida nell'ambito dei Commercial Lunar Payload Services (Clps).
Nello specifico sono coinvolte due società di servizi commemorativi per defunti, Elysium Space e Celestis, che faranno volare i loro carichi insieme al lander lunare Peregrine di Astrobotic sfruttando il lancio inaugurale del razzo Vulcan Centaur della United Launch Alliance, previsto dal Kennedy Space Center in Florida.
Oltre ai resti dei defunti che dovrebbero restare a bordo del lander senza toccare direttamente il suolo lunare, sarà lanciato anche un secondo carico commemorativo della Celestis che volerà nello stadio superiore del razzo Vulcan per andare nello spazio profondo, oltre il sistema Terra-Luna, con l'obiettivo di stabilire la presenza umana più remota tra le stelle. Il volo, denominato 'Enterprise', includerà Dna e ceneri di diversi attori di Star Trek (come Nichelle Nichols, DeForest Kelley e James Doohan) e del creatore della serie Gene Roddenberry.
"È fondamentale sottolineare che la luna occupa una posizione sacra in molte culture indigene, inclusa la nostra: la consideriamo come una parte della nostra eredità spirituale, un oggetto di riverenza e rispetto", ha scritto il presidente dei Navajo nella sua lettera alla Nasa. "L'atto di depositare resti umani e altri materiali, che potrebbero essere percepiti come scarti in qualsiasi altro luogo, sulla luna equivale a profanare questo spazio sacro". Nygren sottolinea inoltre che prima del lancio la Nasa avrebbe dovuto consultare i Navajo nel rispetto di accordi precedenti, incluso un Memorandum siglato pochi anni fa dall'amministrazione Biden.
La Nasa ha ribadito in una recente conferenza stampa di essere aperta al dialogo, ma di non poter interferire con la scelta dei carichi operata dai partner privati. Dal suo canto, la società Celestis ha ribadito alla stampa che le credenze religiose non possono interferire con l'approvazione delle missioni spaziali.
Al di là delle polemiche, resta la missione scientifica del lander Peregrine, il primo privato che dovrebbe allunare il 23 febbraio posandosi nella regione Sinus Viscositatis: a bordo, tra i suoi carichi utili, porta diversi strumenti scientifici della Nasa che serviranno a misurare le radiazioni e altri parametri essenziali per la progettazione delle future missioni umane sulla Luna.
Luna, il 'no' dei Navajo alla missione che porta ceneri umane
'E' una profanazione'. La Nasa apre al dialogo, ma non i privati