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L'impatto di Peregrine nell'atmosfera terresrtre è previsto per il 18 gennaio

Senza pericoli, scelta per evitare di inquinare l'orbita lunare

Selfie inviato dal lander Peregrine in viaggio verso la Luna (fonte: Astrobotic)

Redazione Ansa

La missione privata Peregrine destinata alla Luna sta proseguendo la sua rotta verso la Terra, dove l'impatto nell’atmosfera è previsto il 18 gennaio senza creare alcun pericolo: una scelta di responsabilità presa per evitare di produrre detriti in orbita lunare. La decisione di Astrobotic, l’azienda che ha sviluppato la missione, è stata comunicata sui profili social e secondo le prime stime la sonda di 1,2 tonnellate dovrebbe bruciare completamente sopra l’Oceano Pacifico, al largo dell’Australia. “E’ stata sicuramente una decisione sofferta ma che rappresenta un buon esempio”, ha commentato all’ANSA l’esperto in dinamica spaziale Luciano Anselmo.

Lanciata l’8 gennaio, Peregrine avrebbe dovuto essere la prima sonda privata ad allunare, ma un problema al sistema di propulsione ha obbligato l’azienda a rivedere i propri piani e scegliere ora la distruzione controllata della sonda evitando di lasciarla in modo incontrollato attorno alla Luna. Nelle ultime ore la perdita di propellente si era andata riducendo ed era stato possibile attivare tutti gli esperimenti scientifici che si trovavano a bordo (ad esclusione di quelli possibili solo una volta sulla superficie lunare) raccogliendo preziosi dati per le future missioni.

“Avrebbero potuto tenere operativa la missione il più a lungo possibile – ha detto Anselmo – ma è intervenuto un senso di responsabilità. Mentre per lo spazio attorno alla Terra esistono delle regole da rispettare per limitare detriti e rifiuti, per quello cislunare siamo ancora agli inizi e non ci sono norme a riguardo, anche perché calcolare le traiettorie attorno alla Luna è molto più complesso, sono orbite molto instabili”. Proprio per evitare di ‘inquinare’ la Luna Astrobotic ha comunicato che Peregrine brucerà nell’atmosfera terrestre nel prossimo passaggio ravvicinato con il nostro pianeta, già pianificato nella traiettoria iniziale, evitando dunque rischi per il futuro. L’impatto è previsto il 18 gennaio e nonostante Astrobotic non abbia fornito indicazioni vari esperti ritengono che avverrà nei cieli al largo delle coste australiane.

“A differenza dei satelliti che sono in orbita terrestre – ha concluso Anselmo – in questo caso è molto facile prevederne la traiettoria. Arrivando con un’orbita molto ellittica avrà pochi disturbi da parte dell’atmosfera, e si può stimare con grande precisione il punto di impatto anche settimane prima. Inoltre, la sonda arriverà a grande velocità, quasi il doppio dei satelliti in orbita bassa, per cui è difficile possano sopravvivere frammenti”. 

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