E’ forse il titanio, un metallo particolarmente leggero, il segreto delle enigmatiche eruzioni vulcaniche avvenute nel passato sulla Luna: lo indica lo studio guidato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Münster, in Germania, e di Bristol, nel Regno Unito, e pubblicato sulla rivista Nature Geoscience. I ricercatori sono riusciti a comprendere, con esperimenti in laboratorio, le caratteristiche e il comportamento della lava tipica del nostro satellite.
Buona parte la storia geologica della Luna, a partire dalla sua nascita avvenuta forse da un impatto tra la prima Terra e un proto pianeta, è per molti aspetti ancora enigmatica. Uno dei misteri principali è legato ai suoi vulcani che avrebbero avuto una dinamica piuttosto differente dai tipici vulcani terrestri ‘a cono’, ma piuttosto simili alle spaccature visibili in alcune parti del nostro pianeta, ad esempio in Islanda. Si ritiene che la Luna fosse inizialmente una enorme sfera di magma incandescente che iniziò lentamente a raffreddarsi, ma la sua composizione non era tale da giustificare, almeno nelle simulazioni matematiche, una successiva attività vulcanica.
“Uno degli assunti in questa storia ‘epica’ è che la Luna fosse caratterizzata da un’unica tipologia di magma”, ha detto il ccordinatore della ricerca Tim Elliott, dell’Università di Bristol. “Ma spiegare come tale magma sarebbe risalito in superficie – ha aggiunto Elliott – tanto da poterne aver raccolto campioni con le missioni spaziali, era un problema”. Per trovare una possibile soluzione i ricercatori hanno allora ricreato in laboratorio il magma lunare per capirne il comportamento. Come noto, il magma lunare aveva una composizione chimica differente da quello terrestre e, secondo lo studio, anche una sorta di ingrediente segreto: la presenza di grandi quantità di titanio. Avendo un peso specifico molto basso il titanio avrebbe permesso la risalita del magma dalle profondità, attraverso delle crepe sulla superficie esterna.
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