E' previsto tra il 16 e il 22 febbraio il rientro incontrollato in atmosfera del satellite per l'osservazione della Terra Ers-2 (European Remote-Sensing satellite 2) dell'Agenzia Spaziale Europea, che nei prossimi giorni fornirà previsioni continuamente aggiornate sul possibile luogo e orario di rientro.
La massa attuale del satellite, ormai scarico di carburante, è stimata intorno ai 2.
Nell'attesa che le simulazioni e le analisi dei tecnici divengano via via più precise, "possiamo dire genericamente che per un satellite di questa massa si stima che il rischio che una persona sia colpita da un detrito è pari a 1 su 10.000: una probabilità bassissima, che va spalmata sui miliardi di persone di tutto il mondo che verranno sorvolate dal satellite in caduta", spiega l'esperto di dinamica spaziale Luciano Anselmo.
Ers-2 è stato lanciato in orbita nell'aprile 1995, quattro anni dopo il gemello Ers-1, ed è rimasto in funzione per 16 anni raccogliendo una grandissima quantità di dati su oceani, calotte polari e suolo, utili anche per il monitoraggio di disastri naturali come terremoti e inondazioni. Informazioni altrettanto preziose sul buco dell'ozono e su altri gasi inquinanti in atmosfera le ha raccolte grazie allo strumento Gome, realizzato dall'allora Officine Galileo di Campi Bisenzio, in seguito confluite in Leonardo.
La missione di Ers-2 si è conclusa nel 2011: sebbene il satellite fosse ancora funzionante, si è comunque deciso di terminare le operazioni e di deorbitarlo per mitigare la proliferazione di detriti spaziali. Il satellite è stato sottoposto a 66 manovre di deorbita nei mesi di luglio e agosto 2011, per poi essere completamente passivato (cioè privato di ogni energia interna) nel mese di settembre. Le manovre hanno consumato il carburante residuo del satellite e abbassato la sua altitudine media da 785 a 573 chilometri, per ridurre il rischio di collisione con altri satelliti o detriti spaziali e per garantire che l'orbita del satellite decadesse abbastanza velocemente da consentirgli di rientrare nell'atmosfera terrestre entro 15 anni.
Il momento è ora arrivato, come annuncia l'Esa. "Poiché il rientro del satellite è 'naturale' e non vi è alcuna possibilità di effettuare ulteriori manovre - si legge sul blog - è impossibile sapere esattamente dove e quando rientrerà nell’atmosfera e inizierà a bruciare. Lo Space Debris Office dell'Esa sta monitorando il satellite mentre le sue orbite decadono e fornirà aggiornamenti regolari".
A metà febbraio il rientro incontrollato del satellite Ers-2
Esa, possibile caduta di alcuni frammenti