Si è definitivamente conclusa la missione di Agile, il satellite dell’Agenzia Spaziale Italiana per dare la caccia alle sorgenti cosmiche più energetiche dell’Universo, che emettono raggi gamma e X. Una missione di grande successo che in 17 anni di attività ha portato alla produzione di 160 pubblicazioni scientifiche e tra le tante scoperte alla presenza di una sorta di acceleratore di particelle all’interno della Nebulosa del Granchio e dell’emissione di particelle dai pressi del buco nero Cygnus X-3.
“AGILE può considerarsi una missione da record non solo per la durata di quasi 17 anni in orbita, ma anche per gli importanti risultati scientifici ottenuti”, ha detto Teodoro Valente presidente dell’Asi. Realizzato dall’Asi con il supporto dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, di università e dell’industria italiana, con OHB Italia, Thales Alenia Space, Rheinmetall e Telespazio, in oltre 87.200 orbite intorno alla Terra, Agile – acronimo di Astrorivelatore Gamma a Immagini Leggero – ha monitorato il cielo alle alte energie osservando una grande varietà di sorgenti di raggi gamma galattiche ed extra galattiche provenienti da stelle di neutroni, resti di esplosioni di Supernovae e buchi neri. In questi anni le osservazioni acquisite dal satellite sono state ricevute a terra dalla stazione del Centro spaziale Luigi Broglio dell’Asi a Malindi, in Kenya, e i dati sono stati poi ritrasmessi al Centro di controllo di Telespazio, per poi arrivare all’Asi Space Science Data Center di Roma, responsabile di tutte le operazioni scientifiche.
“Agile ci ha regalato moltissime sorprese e scoperte scientifiche di primo piano, frutto dell'ingegno e dell'enorme lavoro di tutti quelli che lo hanno visto prima crescere e poi lanciato in orbita”, ha detto Marco Tavani presidente dell’Inaf. In totale oltre 160 pubblicazioni e scoperto importanti legate alle sorgenti cosmiche di alta energia nonché una dettagliata mappa dell’intera Galassia. “Siamo orgogliosi di aver contribuito al cuore di questo successo – ha detto Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn – con il tracciatore al silicio-tungsteno del Gamma Ray Imaging Detector, il cuore, appunto, del principale rivelatore di Agile”.
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