La fonte delle onde sonore captate nel gennaio 2014 in concomitanza con la caduta di un meteorite sopra il Pacifico occidentale, a Nord della Papua Nuova Guinea, e ritenute di origine aliena, è in realtà molto più ‘terrestre’: quasi certamente sono state prodotte dalle vibrazioni di un camion che transitava in quel momento lungo una strada situata nei pressi della stazione sismica che ha individuato il ‘segnale’, sull’isola di Manus. Lo indica lo studio guidato dall’Università americana Johns Hopkins, che verrà presentato il 12 marzo alla Conferenza sulle scienze lunari e planetarie in programma a Houston. I dati indicano inoltre che i materiali estratti dall’oceano lo scorso anno non appartengono in realtà al meteorite in questione, che si troverebbe invece a più di 160 chilometri dal luogo del presunto ritrovamento.
“Il segnale ha cambiato direzione nel tempo, e ciò corrisponde esattamente ad una strada che passa vicino alla stazione sismica”, afferma Benjamin Fernando, che ha guidato lo studio. “È davvero difficile prendere un segnale e confermare che non proviene da qualcosa. Ma quello che possiamo fare è dimostrare che ci sono molti segnali simili a questo – continua Fernando – che ha tutte le caratteristiche che ci aspetteremmo da un camion e nessuna delle caratteristiche che ci aspetteremmo da una meteora”.
All’epoca, le vibrazioni registrate erano state collegate al meteorite in caduta sulla Terra e, nel 2023, sono stati estratti frammenti identificati di origine ‘tecnologica extraterrestre’ dall’Oceano Pacifico, nel punto in cui si pensava fosse caduto. Ma secondo i ricercatori questa supposizione si è basata su dati male interpretati: “Non solo hanno usato il segnale sbagliato – commenta Fernando – ma hanno anche cercato nel posto sbagliato”. Gli autori dello studio hanno concluso che i materiali recuperati dal fondo dell’oceano non hanno nulla a che fare con il meteorite in questione e che non sono di origine aliena.
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