Vacanze di Pasqua con il naso all'insù per ammirare lo spettacolo della cometa 'cornuta' it/canale_scienza/notizie/spazio_astronomia/2024/03/18/primo-piano-per-la-cometa-12ppons-brooks-in-avvicinamento-al-sole_e3271bf6-8307-4008-8c27-621ce1c7db2d.html">12P/Pons-Brooks, che torna visibile dopo 70 anni di attesa: il periodo migliore per osservarla è previsto tra fine marzo e inizio aprile, meteo permettendo. Per scorgere la sua coda luminosa basterà guardare il cielo dopo il tramonto, sopra l'orizzonte in direzione ovest: la cometa sarà visibile a occhio nudo, ma sarà più facile osservarla con l'ausilio di un binocolo o un piccolo telescopio. Meglio non perdere l'occasione, perché il prossimo passaggio è previsto per il 2095, come riporta il sito dell'Agenzia Spaziale Europea.
La cometa 12P è un antico 'iceberg' cosmico, formatosi circa 4,6 miliardi di anni fa. All'incirca ogni 71 anni torna a far visita al Sole e per questo rientra nella famiglia delle comete periodiche, come la più celebre cometa di Halley. Il prossimo giugno raggiungerà la minima distanza dalla Terra (ma allora non sarà più visibile dall'emisfero settentrionale).
Scoperta il 12 luglio 1812 dall'astronomo Jean-Louis Pons, la cometa 12P venne poi riscoperta nel suo passaggio successivo (1883) da William Robert Brooks, dal quale prese il nome. Il suo nucleo, largo 30 chilometri, è una sorta di palla di neve sporca, un agglomerato di ghiaccio, polveri e materiale roccioso, che in prossimità del Sole rilascia gas e polveri.
Il suo tratto distintivo sono degli importanti aumenti di splendore, chiamati 'outburst'. Durante il suo attuale passaggio ne sono già stati registrati circa dieci dal luglio scorso: il primo ha conferito alla sua chioma una forma irregolare che la fa assomigliare alla celebre astronave Millennium Falcon di Star Wars e che le è valsa il soprannome di cometa 'cornuta'. Esplosioni altrettanto spettacolari sono state osservate nel 1883 e nel 1954, ma si sospetta che ci sia il suo zampino anche dietro alle osservazioni di oggetti luminosi documentate nei cieli cinesi nel 1385 e in quelli italiani nel 1457.
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