I brillamenti del buco nero che si trova al centro della Via Lattea, quelle esplosioni periodiche e molto energetiche che caratterizzano questi oggetti, sono stati per la prima volta ricostruiti in 3D grazie all’aiuto decisivo dell’Intelligenza Artificiale. L’impresa, pubblicata sulla rivista Nature Astronomy, si deve ad un’inedita collaborazione tra astrofisici ed informatici guidata dal California Institute of Technology, che ha permesso di ottenere un risultato all’avanguardia in entrambi i campi, e che potrebbe segnare l’inizio di una nuova tecnologia: secondo gli autori dello studio, infatti, l’IA e la fisica unite insieme possono rivelare fenomeni altrimenti invisibili.
La struttura 3D del brillamento mostra due strutture luminose e compatte situate a circa 75 milioni di chilometri (metà della distanza tra Terra e Sole) dal centro del buco nero Sagittarius A*, e si basa sui dati raccolti dal telescopio Atacama Large Millimeter Array in Cile grazie ad un’osservazione lunga 100 minuti fatta subito dopo l’esplosione rilevata l’11 aprile 2017. “Questa è la prima ricostruzione tridimensionale del gas che ruota vicino a un buco nero”, afferma Katherine Bouman, una delle autrici dello studio guidato da Aviad Levis.
Il principale ostacolo costituito dal limitato punto di vista della Terra è stato superato grazie all’osservazione prolungata del gas in rotazione, un po’ come un fotografo che, invece di girare intorno alla persona da immortalare, rimane fermo chiedendo al soggetto di ruotare su sé stesso. Inoltre, usando l’IA, è stato risolto anche il problema dell’enorme distanza che ci separa dal buco nero: i ricercatori sono infatti riusciti ad ottenere immagini tridimensionali a partire dai singoli pixel tremolanti del telescopio Alma che, nonostante sia uno dei più potenti radiotelescopi del mondo, non riesce a vedere i dintorni di Sagittarius A* con elevata risoluzione.
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