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Io mai così nitida, fotografata dalla Terra la luna vulcanica di Giove

Grazie ad uno strumento costruito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica

Mai così nitida dalla Terra la luna Io. (fonte: INAF/Large Binocular Telescope Observatory/Georgia State University; SHARK-VIS@LBT (P.I. F. Pedichini); elaborazione di D. Hope, S. Jefferies, G. Li Causi.)

Redazione Ansa

Io, la luna vulcanica di Giove, è stata catturata nell’immagine più nitida e dettagliata mai ottenuta dalla Terra, che permette di distinguere caratteristiche della sua superficie con un dettaglio che equivale a vedere una moneta da 10 centesimi a 200 chilometri di distanza, una risoluzione fino ad ora raggiunta esclusivamente dalle sonde spaziali inviate su Giove. Il risultato, in via di pubblicazione sulla rivista Geophysical Research Letters con lo studio guidato dall’Università dell’Arizona, si deve al nuovo strumento Shark-Vis costruito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica e installato sullo specchio destro del Large Binocular Telescope (Lbt)  attivo in Arizona.

Installato nel 2023, Shark-Vis è gestito dal gruppo di ricerca guidato da Fernando Pedichini dell’Inaf di Roma, tra gli autori dello studio. Lo strumento ospita una telecamera che è in grado di osservare il cielo catturando riprese in slow motion e congelando le distorsioni ottiche causate dalla turbolenza atmosferica: i dati così ottenuti hanno una risoluzione senza precedenti. Ad affiancare Shark-Vis sullo specchio sinistro dell’Lbt c’è il suo omologo Shark-Nir, guidato invece da un gruppo di ricercatori dell’Inaf di Padova e operativo nella banda del vicino infrarosso.

La ricchezza di dettagli di questa immagine ha permesso di identificare un importante evento che ha visto i depositi di lava scura e di biossido di zolfo bianco, originati da un’eruzione del vulcano Pillan, coprire le tracce ricche di zolfo di colore rosso lasciate precedentemente dal vulcano Pele: un evento che finora era impossibile da osservare da Terra.

“La vista penetrante di Shark-Vis è particolarmente adatta all’osservazione delle superfici di molti corpi del Sistema Solare, non solo delle lune dei pianeti giganti, ma anche degli asteroidi”, commenta Roberto Piazzesi dell’Inaf di Roma, responsabile del progetto del nuovo strumento e co-autore dello studio: “Ne abbiamo già osservati alcuni, con i dati attualmente in fase di analisi, e stiamo pianificando di osservarne altri”.

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