C'è ghiaccio d'acqua sui vulcani più alti del Sistema Solare, quelli che superano da una a tre volte l'Everest e che si trovano su Marte, nella regione equatoriale Tharsis. E' la prima volta che viene individuato ghiaccio in questa zona del pianeta rosso.
Lo studio, guidato dall'Università svizzera di Berna e al quale ha partecipato anche l'Istituto Nazionale di Astrofisica con l'Osservatorio di Padova e l'Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali di Roma, sfida le precedenti ipotesi sul clima marziano e fornisce informazioni essenziali per la futura esplorazione umana e per la ricerca di eventuali forme di vita.
"Pensavamo che fosse impossibile la formazione di ghiaccio attorno all'equatore di Marte, poiché il mix tra calore del Sole e atmosfera molto sottile mantiene le temperature relativamente alte sia in superficie che in cima alle montagne, a differenza di ciò che vediamo sulla Terra", dice Adomas Valantinas che ha guidato i ricercatori, attualmente alla Brown University americana: "La sua esistenza qui è entusiasmante e suggerisce che ci sono processi eccezionali in gioco che ne consentono la formazione".
Nonostante sia sottilissimo, probabilmente quanto un capello umano, il ghiaccio rilevato copre una vasta area: rappresenta circa 150mila tonnellate che ogni giorno, durante la stagione fredda, si sciolgono poco dopo l'alba e si riformano quando il Sole tramonta, l'equivalente di circa 60 piscine olimpioniche. Secondo gli autori dello studio, il fenomeno potrebbe essere dovuto a una particolare modalità di circolazione dell'aria in quest'area ricca di vulcani: "i venti risalgono i pendii delle montagne, portando aria relativamente umida fino ad altitudini più elevate, dove si condensa e si deposita sotto forma di brina - afferma Nicolas Thomas, tra i ricercatori coinvolti nello studio - è un fenomeno che osserviamo anche sulla Terra e in altre zone di Marte".
La scoperta solleva la domanda sul perché questo ghiaccio non sia mai stato individuato prima d'ora. "I motivi sono diversi: in primo luogo - aggiunge Adomas - le sonde devono seguire un'orbita che passi sopra Tharsis proprio all'alba, quando il ghiaccio è ancora presente: mentre i due orbiter marziani dell'Esa possiedono tali orbite, molti altri sono sincronizzati con il Sole e possono osservare lo stesso luogo solo nel pomeriggio. In secondo luogo, la formazione del ghiaccio avviene solo nella stagione fredda - prosegue il ricercatore - e quindi la finestra per individuarlo è ancora più ristretta: insomma, bisogna essere nel posto giusto al momento giusto".
Marte, c'è ghiaccio sui vulcani più alti del Sistema Solare VIDEO
Rivoluzione per le teorie sul clima marziano