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Falso allarme sulla Iss, l’emergenza medica era una simulazione

È stata trasmessa per errore sul canale streaming della Nasa

La Iss fotografata sullo sfondo della Terra dallo Space Shuttle Discovery (fonte: MSFC/NASA)

Redazione Ansa

Falso allarme sulla Stazione Spaziale Internazionale: nella notte tra il 12 e 1l 13 giugno, alle ore 00,28 italiane, per diversi minuti è stato trasmesso sul canale streaming della Nasa un audio che sembrava delineare una situazione molto preoccupante a bordo della Iss, con uno degli astronauti colpito dalla malattia da decompressione e un chirurgo bloccato nel traffico sulla Terra che cercava di dare consigli per affrontare l’emergenza. Fortunatamente, come si è capito poco dopo e come ha confermato anche la Nasa su X, si trattava di una semplice simulazione di un’emergenza medica, trasmessa per errore sui canali ufficiali.

La malattia da decompressione si verifica quando la rapida riduzione della pressione fa sì che i gas disciolti nel sangue formino bolle nei vasi sanguigni, ed è un pericolo molto reale per gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale che vivono in un ambiente pressurizzato circondato dal vuoto dello spazio. Durante le passeggiate spaziali, i membri dell’equipaggio devono indossare tute pressurizzate ed entrare in una camera di equilibrio che deve essere depressurizzata prima di poter aprire il portello esterno. Lo stesso procedimento, al contrario, va seguito al rientro: si chiude il portello esterno, la camera intermedia viene riportata a pressioni normali e solo allora gli astronauti possono aprire il portello interno e togliersi le tute.

Come ha sottolineato la Nasa, però, l’equipaggio della Iss, attualmente composto da tre russi e sei americani, non ha neanche partecipato alla simulazione dell’emergenza medica, che si è svolta interamente sulla Terra. Infatti, tutte le persone a bordo erano in quel momento immerse nel sonno, impegnate a riposarsi in vista dell’impegnativa passeggiata spaziale in programma per il 13 giugno, durante la quale gli americani Tracy Caldwell Dyson and Matthew Dominick dovranno lavotare per oltre sei ore all’esterno della Stazione Spaziale.

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