Rubriche

Nuovi dati mettono in crisi le teorie sulla materia oscura

Arrivano da nuove misure della velocità di rotazione delle galassie

Galassie fotografate dal telescopio spaziale Hubble (fonte: NASA, ESA, da Wikimedia)

Redazione Ansa

Si infittisce il mistero della materia oscura: nuovi dati, ottenuti dalla misurazione della velocità di rotazione delle galassie, stanno mettendo in crisi le teorie che la riguardano e la sua stessa esistenza. Lo indica lo studio online sulla piattaforma arXiv e in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters. E' guidato dall’Università americana Case Western Reserve e l'Italia vi partecipa con l’osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica. I risultati sono invece in accordo con la ‘teoria della gravità modificata’ proposta dal fisico Mordehai Milgrom nel 1983 come alternativa alla materia oscura: saranno ora necessari ulteriori studi per chiarire questo avvincente rompicapo cosmologico.

I ricercatori guidati da Tobias Mistele hanno sviluppato una nuova tecnica che consente di misurare le cosiddette ‘curve di rotazione delle galassie’, ovvero le velocità di rotazione delle galassie anche a grandissima distanza dal loro centro, fino a 2 milioni e 500mila anni luce. Secondo le teorie attuali, le curve di rotazione delle galassie dovrebbero diminuire con l’aumentare della distanza dal centro, perché si affievolisce sia l’effetto dell’attrazione gravitazionale sia quello della materia oscura. Invece, i risultati indicano il contrario.

“Troviamo che le curve di rotazione continuano a rimanere piatte, cioè la velocità rimane costante per centinaia di migliaia di anni luce, possibilmente fino a qualche milione di anni luce”, dice Federico Lelli dell’Inaf, co-autore dello studio: “Questo è sorprendente, perché a tali distanze ci si aspetterebbe di aver raggiunto il ‘bordo’ dell'alone di materia oscura, quindi le curve di rotazione dovrebbero iniziare a mostrare una decrescita”. Ciò suggerisce che l'influenza della materia oscura si estende ben oltre le stime precedenti, per almeno 1 milione di anni luce dal centro galattico. Ma una forza così estesa può anche indicare, paradossalmente, che la materia oscura come intesa finora potrebbe non esistere affatto.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it