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Una tempesta di vento in un quasar del baby universo

Permette di capire l'impatto sull’evoluzione di galassie

Una violenta tempesta di vento in corso all’interno di un quasar (fonte: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AURA/M. Zamani, J. da Silva & M. Bischetti)

Redazione Ansa

Una violenta tempesta di vento in corso all’interno di un quasar, un nucleo galattico estremamente luminoso che contiene un buco nero supermassiccio, è stata osservata per la prima volta nell’universo primordiale, dove ha avuto luogo circa 13 miliardi di anni fa: il vento è costituito da un gas dalla temperatura di decine di migliaia di gradi che si muove alla velocità di decine di migliaia di chilometri al secondo. Il risultato, pubblicato su The Astrophysical Journal, si deve allo studio internazionale guidato da Università di Trieste e la sezione di Trieste dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, con la partecipazione di Istituto per la fisica fondamentale dell'universo di Trieste, Scuola Normale Superiore di Pisa, sezione Inaf di Bologna e Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste. 

Studiare questo fenomeno permetterà di capirne l'impatto sull’evoluzione delle galassie nell’universo giovane: “Sappiamo che il fato delle galassie come la Via Lattea è strettamente legato a quello dei buchi neri poiché questi possono generare tempeste galattiche in grado di spegnere la formazione di nuove stelle", dice Manuela Bischetti di Inaf e Università di Trieste, che ha guidato lo studio. "Studiare le epoche primordiali - aggiunge - ci permette, quindi, di capire le condizioni iniziali dell'Universo che vediamo oggi”.

I ricercatori, inoltre, sono riusciti anche a osservare che cosa avviene al di fuori del quasar, su distanze molto più grandi. “Abbiamo trovato che il vento si estende anche sulla scala della galassia a velocità più basse, di circa 500 chilometri al secondo”, afferma Bischetti: “Questa è una cosa inaspettata, che ci ha fatto pensare che questo mega alone di gas sia stato creato dal materiale che i venti hanno espulso dalla galassia”. Per questo, il quasar si è candidato per essere ulteriormente studiato con il telescopio spaziale James Webb di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese.

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