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Laghi di lava svelano i segreti della luna più calda di Giove

Ripresi dallo strumento italiano Jiram a bordo della sonda Juno

Lago di lava. foto: AZ68 - iStock

Redazione Ansa

Il magma sale e scende negli enormi laghi di lava che ricoprono la superficie di Io, la luna più calda di Giove: a svelare i meccanismi che alimentano il suo vulcanismo sono le immagini ad alta risoluzione riprese dalla sonda Juno della Nasa grazie allo strumento italiano Jiram, finanziato dall'Agenzia spaziale italiana. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Nature Communications Earth and Environment.

Le immagini, riprese durante due sorvoli ravvicinati a maggio e ottobre 2023, mostrano la presenza di anelli luminosi nell'infrarosso in corrispondenza di numerosi hotspot, ovvero caldere, vulcani o colate laviche. "L’elevata risoluzione spaziale delle immagini a infrarossi di Jiram, combinata con la posizione favorevole di Juno durante i sorvoli, ha rivelato che l'intera superficie di Io è coperta da laghi di lava contenuti in strutture simili a caldere, grandi depressioni formate quando un vulcano erutta e collassa," osserva Alessandro Mura, un co-investigatore di Juno dell'Istituto nazionale di astrofisica di Roma. 

I dati evidenziano le abbondanti riserve di lava di Io e danno un'idea di ciò che potrebbe accadere sotto la superficie. Le immagini a infrarossi di diversi laghi di lava hanno mostrato un cerchio di lava estremamente sottile al confine tra la crosta centrale e le pareti del lago. La mancanza di flussi di lava oltre il bordo del lago fanno supporre un riciclo del magma, indicando che c'è un equilibrio tra quello che è eruttato nei laghi di lava e quello che è re-iniettato nel sistema sotterraneo.

"Adesso abbiamo l'idea di quale sia il tipo di vulcanismo più frequente su Io: enormi laghi di lava dove il magma sale e scende," continua Mura. "La crosta di lava è costretta a rompersi contro le pareti del lago, formando l'anello di lava tipico visto nei laghi di lava hawaiani. Le pareti sono probabilmente alte centinaia di metri, il che spiega perché generalmente il magma non viene osservato fuoriuscire dalle paterae (termine usato per indicare le caldere su Io, ossia strutture a forma di scodella create dal vulcanismo) e muoversi sulla superficie della luna".

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