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Prima immagine da EarthCare, il satellite delle nuvole

Fornisce informazioni su densità e velocità delle particelle

Le prime immaigini della struttura di una nuvola dal satellite EarthCare (fonte: JAXA/NICT/ESA)

Redazione Ansa

EarthCare, il satellite delle nuvole di Agenzia Spaziale Europea e agenzia spaziale giapponese Jaxa, ha catturato la sua prima immagine a meno di un mese dal lancio, avvenuto il 29 maggio scorso: lo strumento radar giapponese ha immortalato per la prima volta dallo spazio la struttura interna delle nubi, fornendo informazioni su densità, distribuzione e velocità delle particelle contenute al loro interno. Questa straordinaria prima immagine offre solo un assaggio del pieno potenziale dello strumento una volta che sarà perfettamente calibrato, e sarà a breve accompagnata dai dati forniti dagli altri tre strumenti presenti a bordo, che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane e mesi.

L’immagine è divisa in due parti: a sinistra, i dati rivelano che le particelle si concentrano maggiormente nella parte centrale della nuvola, mentre a destra indicano la velocità di caduta delle particelle, che sono più lente nella parte superiore, essendo costituite da cristalli di ghiaccio e fiocchi di neve, e più veloci in quella inferiore a causa della presenza di gocce di pioggia. “Questa è la prima immagine del suo genere: non abbiamo mai avuto questo tipo di informazioni misurate direttamente dallo spazio”, commenta Takuji Kubota, responsabile scientifico Jaxa per il radar: “Credo che questo strumento porterà a diverse scoperte scientifiche”. 

Finora, queste informazioni potevano essere ottenute grazie a radar posizionati a terra o sugli aerei, che però sono in grado di misurare soltanto aree molto limitate: grazie a EarthCare, la struttura delle nuvole potrà essere misurata per la prima volta in modo uniforme su tutto il pianeta, facendo luce su importanti meccanismi alla base del cambiamento climatico. “Questo è un fantastico primo successo da parte dei nostri partner della Jaxa – afferma Simonetta Cheli, direttore dell’Esa per i programmi di osservazione della Terra – non vediamo l’ora di avere i primi risultati anche dagli altri strumenti di EarthCare”.

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