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Nei pianeti si nasconde più acqua del previsto

Accumulata negli strati profondi

Rappresentazione artiistica dell'esopianeta GJ 1214 b (fonte:R. Male, NASA/JPL-Caltech)

Redazione Ansa

I pianeti potrebbero nascondere al loro interno molta più acqua di quanto si era ipotizzato finora. Lo indica lo studio internazionale guidato da Caroline Dorn, del Politecnico di Zurigo e pubblicato sulla rivista Nature Astronomy.

La ricerca suggerisce anche nuovi modi per individuare eventuali tracce di vita aliena studiando l’atmosfera dei mondi lontani con i telescopi spaziali. Fino a pochi anni fa si riteneva che gran parte dei pianeti avessero caratteristiche simili a quelli del nostro Sistema Solare, ma telescopi sempre più avanzati hanno dimostrato che esiste un’incredibile varietà di pianeti“.

Solo negli ultimi anni abbiamo iniziato a realizzare che i pianeti sono più complessi di quanto pensassimo”, ha detto Dorn. Ad arricchire il quadro si sono aggiunte poi le recenti scoperte sull’interno del nostro pianeta, come quella delle enormi quantità di acqua intrappolate negli strati più profondi, all’interno di minerali e molecole ferrose e più abbondanti di quelle contenute negli oceani.

L'acqua potrebbe persino aver favorito la nascita delle prime forme di vita negli strati più profondi del pianeta. Un fenomeno, aggiungono i ricercatori, che potrebbe interessare molti altri pianeti. Inoltre, secondo lo studio, le molecole di acqua avrebbero un ruolo attivo nel modellare l’intero pianeta perché, legandosi alle particelle di ferro, funzionerebbero una sorta di ascensore per le molecole pesanti, portandole verso gli strati più profondi.

Un simile meccanismo non solo ridefinisce la struttura interna della Terra e di altri pianeti, ma porterebbe ad accumulare acqua negli strati più interni, che verrebbe rilasciata in superficie nel momento in cui il pianeta si raffredda. Secondo gli autori della ricerca è possibile ricostruire la quantità di acqua presente nell’interno dei pianeti analizzandone l’atmosfera con i telescopi come il James Webb e indirizzare meglio le ricerche verso possibili pianeti con forme di vita aliena. 

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