Nonostante la minaccia dell'uragano Milton, è partita da Cape Canaveral la prima missione europea di difesa planetaria, Hera. Lanciata con un razzo Falcon 9 di SpaceX, la missione dell'Agenzia spaziale europea visiterà entro il 2026 sistema di asteroidi binari Didymos , colpito due anni fa dalla missione Dart della Nasa: l'obiettivo è indagare le conseguenze dell'impatto, per fornire informazioni preziose nel caso in cui si renda davvero necessario deviare un asteroide in rotta di collisione con la Terra.
Esa, Dimorphos sarà l'asteroide più studiato della storia
"Entro la fine delle osservazioni di Hera, Dimorphos diventerà l'asteroide più studiato della storia, il che è fondamentale, perché se un corpo di queste dimensioni colpisse la Terra, potrebbe distruggere un'intera città. Che momento emozionante per lavorare nello spazio". Lo scrive su X il direttore generale dell'Agenzia Spaziale Europea, Josef Aschbacher, commentando il lancio da della missione Hera.
Importante il contributo dell'Italia alla missione. Uno dei due cubesat che verranno rilasciati da Hera per eseguire osservazioni ravvicinate, chiamato Milani, è stato realizzato in Italia dalla Tayvak. Sulla sonda l’Istituto Nazionale di Astrofisica è inoltre responsabile dello strumento Vista (Volatile In Situ Thermogravimeter Analyser), un sensore per l’analisi dell'ambiente di polveri del sistema Didymos-Dimorphos a bordo di Milani.
Lo studio della polvere attorno a Didymos è fondamentale per capire la coesione di questi corpi celesti nell'ottica di poterli deviare da orbite potenzialmente pericolose. Oltre alle attività su Vista, l'Inaf collabora attivamente con altri due strumenti a bordo della missione: lo spettrometro Aspect e la termocamera a infrarossi Tiri.
Per la parte industriale, Thales Alenia Space ha realizzato importanti equipaggiamenti tra cui il transponder nello spazio profondo, costruito in Italia negli stabilimenti di Roma e L’Aquila, che consentirà una solida comunicazione con la stazione di Terra.
Anche Leonardo ha dato il suo apporto fornendo i pannelli fotovoltaici che alimenteranno la sonda. Realizzati nello stabilimento di Nerviano (Milano), sono composti da due ali con tre pannelli ciascuna per un totale di circa 14 metri quadrati e oltre 1.600 celle, ognuna grande quasi il doppio di una carta di credito.
Inoltre Ohb-Italia è coinvolta nella realizzazione di importanti sistemi di bordo quali il sistema di potenza elettrica, mentre la propulsione è stata assegnata ad Avio. Tsd Space, una Pmi con sede a Napoli, ha infine realizzato la Spacecraft Monitoring Camera (SMC) di Hera.
Lanciata Hera, prima missione europea di difesa planetaria
Studierà l'asteroide colpito dalla sonda Dart nel 2022